Elon Musk ha condiviso con entusiasmo (“this is fantastic”, il commento) un video manipolato con l’intelligenza artificiale di Kamala Harris. Il filmato postato dal miliardario è quello della campagna di Harris con una finta voce fuori campo.
“Sono stata scelta perché rappresento il massimo della diversità”, chiunque “mi critica è sessista e razzista”, si sente pronunciare dalla falsa voce del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti.
Musk ha fatto una scelta di campo precisa decidendo di appoggiare il repubblicano Trump. In questa occasione sembra aver trasgredito alle regole che la stessa piattaforma di cui è padrone ha fissato per evitare di confondere gli utenti con false informazioni.
E’ infatti la stessa X chde vieta agli utenti di “non possono condividere contenuti multimediali sintetici, manipolati o fuori contesto che potrebbero ingannare o confondere le persone e causare danni”. Che il video rappresenti una parodia non è così pacifico, l’intelligenza artificiale poi amplifica le potenziaità manipolatorie: su 11 milioni di visualizzazioni, in quanti hanno saputo distinguere il falso dal vero?
Che poi la parodia colga nel segno, sta alla sensibiliutà degli utenti.
“Io, Kamala Harris, sono la vostra candidata democratica alla Presidenza perché Joe Biden ha finalmente mostrato la sua senilità durante il dibattito”.
“Sono una marionetta del Deep State e sono stata addestrata per quattro anni dal campione delle marionette Joe Biden”.
“Sono una marionetta del Deep State e sono stata addestrata per quattro anni dal campione delle marionette Joe Biden”.
Parodia è la parola chiave, cioè quella utilizzata dallo stesso Musk quando si è risolto a rimuovere il post, e cioè solo dopo le contestazioni di Gavin Newsom, il governatore della California che Kamala potrebbe nominare suo vice alla presidenza. Parodia come alibi.