A DiMartedì viene mostrato spesso un “cartello”. Nella grafica si legge una sintesi di quel che ha combinato Elon Musk nel tempo e che, almeno in teoria, lo dovrebbe mettere in contraddizione con i patrioti.
Nel cartello infatti si ricorda quando Elon Musk definì “verità” un post che accusava gli ebrei di odiare i banchi”, di quando il Wall Street Journal scrisse che “fa uso di LSD, cocaina, ketamina, ecastasy e funghi psichedelici”, di quando fumò marijuana durante un podcast, dei suoi undici figli avuti da tre donne diverse di cui due nati in maternità surrogata (il famoso “reato universale”) e anche di quel che disse l’ex compagna: “Io e Musk siamo molto fluidi” e ancora “provo disgusto per la parola madre” (Chissà se Salvini, se ne accorgerà mai di questo virgolettato).
Comunque, questo Elon Musk qua, cartello o meno, contraddizioni o meno, è diventato uno dei paladini dei patrioti italici. Peccato che, se fosse nato in Italia, Elon probabilmente sarebbe già finito nel mirino dei social media manager della Lega o Fratelli d’Italia. O forse no. In fondo, della coerenza, ormai non frega più niente o nessuno. Quindi: benvenuto nel pantheon dei patrioti, caro Elon. Accomodati pure lì, accanto all’altro patriota tradizionalista: The Donald.
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