Fatta la squadra di Trump, fioccano malumori. C’era da aspettarselo. Le scelte del tycoon hanno spiazzato anche non pochi repubblicani. Controverse soprattutto le due ultime nomine dì mercoledì sera. Cioè Matt Gaez e Tulsi Gabbard. Alla Giustizia il primo, alla Direzione della Intelligence Nazionale la seconda. Due scelte che rischiano, almeno sulla carta, lo scontro tra Donald e i vertici del suo stesso partito. E passi per la 43enne Tulsi, donna tosta delle Samoa Americane (ma cresciuta alle Hawaii dove ha frequentato l’Accademia militare). E, col grado di maggiore, Tulsi si è fatta Kuwait e Iraq. Poi ha pensato bene di entrare in Politica, prima con i democratici e da quest’anno con i repubblicani. Curiosità: nel settembre 2019 aveva firmato la procedura di impeachement proprio contro il presidente Trump accusato di abuso di potere (accuse di ricattatorie pressioni sul governo ucraino per favorire la sua rielezione).
Passi, si diceva, per la Tulsi (induista, vegetariana, due matrimoni, narratrice di Putin) ma la scelta dell’avvocato 42enne Gaez – designato addirittura “Procuratore generale degli Stati Uniti” – ha creato turbolenze tra non pochi repubblicani. E il motivo è semplice. Dicono i vertici del partito: ”Non può fare il ministro della giustizia chi, come appunto il legale nato a Hollywood, è accusato di traffico sessuale e molestie”. Trump ovviamente lo difende perché è “un avvocato talentuoso e tenace che saprà difendere i nostri confini, smantellerà le organizzazioni criminali , metterà fine all’uso della giustizia come arma e ripristinerà la fede e la fiducia degli americani nel Dipartimento della giustizia dopo che è stata totalmente distrutta”.
Silenzio invece per Kristi Noem, 53 anni, governatrice del Sud Dakota, assegnata alla Sicurezza interna. Fedelissima di Trump, è salita alla ribalta dopo aver rivelato di aver ucciso il suo cane da caccia di 15 mesi perché “inaddestrabile”. Apperò.
Trump vuole trasformare il governo federale. Di più: lo vuole ribaltare. Non a caso la prima ad essere nominata (Capo di gabinetto della Casa Bianca) è stata Susie Wiles, 67 anni, stratega e responsabile dell’ultima campagna elettorale. Già resi noti gli altri componenti della squadra: dal falco anti-Cina, l’ex cubano Marco Rubio, 53 anni (sarà il primo Segretario di Stato latino) a Pete Hegseth, 44 anni, conservatore convinto e sostenitore delle politiche della America First; ex anchor di Fox ha un rapporto stretto col tycoon. È contrario alle donne in guerra e vuole epurare i generali “woke”. Michael Waltz, ex colonnello dell’esercito, esperto di terrorismo globale, sarà il consigliere per la sicurezza Nazionale. All’Ambiente ci sarà un fedele alleato: Lee Zeldin, considerato un repubblicano conservatore. Tom Homan, 62 anni, ex funzionario di polizia, sarà a capo della Agenzia Federale Immigrazione e Controlli Doganali; ha prestato servizio anche durante l’amministrazione Obama.
Da segnalare che ambasciatrice all’Onu è stata scelta Elise Stefanik, 40 anni, la donna più giovane mai eletta alla Camera dei Rappresentanti. In Israele il tycoon manderà, come ambasciatore, Mike Huckabee, 69 anni, ex governatore dell’Arkansaas, un uomo considerato molto vicino alle posizioni di Israele, contrario alla soluzione “due popoli, due Stati“. Ha affermato in passato che Tel Aviv ha una legittima rivendicazione sulla Cisgiordania.
Gia ultra noti i nuovi zar dell’efficienza governativa: Elon Musk e Vivek Ramaswamy. La coppia sarà alla guida del Doge (acronimo del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa) che punta a ridurre il peso della burocrazia e degli uffici federali.
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