La tregua fra Israele e Hamas entra in vigore domenica 19 gennaio 2025 alle 12 locali, 6 ora di Greenwich. Israele ha occupato il tempo d’attesa continuando a bombardare Gaza, facendo nuovi morti che si aggiungono ai quasi 47 mila finora.
Alla fine, dopo 15 mesi di guerra brutale, lo Stato israeliano ha accettato un cessate il fuoco senza aver raggiunto gli obiettivi dichiarati all’inizio della guerra: distruggere Hamas, liberare i prigionieri israeliani a Gaza e garantire ai coloni un ritorno sicuro negli insediamenti nella periferia di Gaza.
Netanyahu, dopo 467 giorni di guerra crudele, ha accettato di raggiungere un accordo con Hamas che garantisce il rilascio dei prigionieri israeliani.
Questo punto fa crollare l’obiettivo di Netanyahu, che aveva promesso di sradicare Hamas, ma alla fine si è ritrovato a stringere un patto con quest’ultimo.
Il rilascio dei prigionieri israeliani si basa anche sulle richieste di Hamas di liberare i prigionieri palestinesi, compresi quelli che sono in prigione da decenni e di quelli che sono condannati all’ergastolo.
Oltre al fallimento di Netanyahu nel raggiungere i suoi obiettivi, Israele è diventato uno Stato sinonimo di chi ha perpetrato crimini immorali contro il popolo palestinese, denunciati da centinaia di migliaia di manifestanti nelle più grandi città occidentali e americane.
Questa denuncia pubblica non ha fatto altro che creare pressione sulle istituzioni finanziarie e accademiche che hanno interrotto o promesso di interrompere i loro rapporti con Israele.
Quindi, a questo punto, oltre al numero di morti, feriti e alla distruzione su larga scala, chi ha vinto la guerra? Bene, dicono che le indicazioni della vittoria si misurano dalla scala dei sacrifici.
Uno dei punti dell’accordo di cessate il fuoco prevede che ogni giorno delle sei settimane iniziali di cessate il fuoco possano entrare a Gaza 600 camion di aiuti.
Da più di un anno l’ONU lancia l’allarme: la carestia incombe su Gaza.
“Se l’accordo non prevede alcun piano sulle misure di sicurezza, sarà molto difficile aumentare gli aiuti”, ha affermato un funzionario delle Nazioni Unite, aggiungendo che ci sarebbe anche il rischio che la legge e l’ordine possano ulteriormente deteriorarsi nel breve termine.
Pertanto in questa fase è molto importante ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza nel territorio palestinese affinché gli aiuti possano essere consegnati in tempi brevi.
Se ciò non dovesse accadere, avremmo veramente PERSO TUTTI.