Due strisce di terra gialla e sabbiosa stanno paralizzando il progetto ponte degli Stati Uniti che avrebbe dovuto agevolare i colloqui dei negoziatori per l’accordo sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza.
L’asse Filadelfia, la zona cuscinetto al confine tra la Striscia e l’Egitto, e il corridoio Netzarim che taglia in due Gaza, da nord a sud. Israele vuole mantenerne il controllo con il suo esercito, mentre Hamas insiste che l’Idf deve uscire completamente da Gaza come premessa di qualsiasi piano.
Il corridoio Filadelfia include il valico di Rafah
Filadelfia: era il nome in codice delle Forze israeliane per la zona demilitarizzata tra Egitto e Gaza istituita dal trattato di pace del 1979. Il Cairo la chiama ‘corridoio di Salah Al-Din’, dal nome di Saladino, sultano d’Egitto e Siria che sconfisse i crociati a Gerusalemme nel 1187. Il corridoio, largo 100 metri, si estende per 14 chilometri sul lato di Gaza del confine e include il valico di Rafah.
Dopo che Hamas ha preso il controllo di Gaza nel 2007 strappandolo all’Anp, Israele ha imposto un blocco sulla Striscia e l’Egitto ha aumentato le restrizioni sui movimenti da e per Gaza. Ma la rete di tunnel ha consentito lo stesso il passaggio di merce e armi. Il 29 maggio, l’esercito israeliano ha annunciato di aver preso il pieno controllo del corridoio Filadelfia, con l’obiettivo di ostacolare la capacità di Hamas di riarmarsi e rifornirsi. L’Idf ha detto che nell’area sono strati distrutti 150 tunnel.
Netzarim: dal confine israeliano al mare
Netzarim: è una strada che si estende dal confine israeliano al Mar Mediterraneo, separando di fatto il nord della Striscia dal sud, che prende il nome da un ex insediamento israeliano sul posto. Il corridoio vero e proprio, che attraversa la parte meridionale di Gaza City, è lungo circa 7 chilometri ed è stato creato solo durante l’attuale guerra.
Israele vuole impedire che la strada di Netzarim venga attraversata non solo dagli sfollati palestinesi che vogliono tornare alle loro case nel nord della Striscia ma, in assenza di militari israeliani, anche da terroristi armati intenzionati ad attaccare.