
Genova, arrivano gli azeri, alberi killer: Salis vs Piciocchi (e Bucci) - Blitzquotidiano.it (foto dell'autore)
A Genova, l’ultima notizia è che la Baku Steel Company, grande compagnia azera, sta per aggiudicarsi gli stabilimenti ex Ilva dell’acciaio, che a Genova sono come il cuore, il sale della storia industriale.
Gli industriali siderurgici dell’Azebairgian hanno superato la concorrenza degli indiani e detteranno legge tra Cornigliano e Novi Ligure dove la grande acciaieria “giace” con la tagliola di ridimensionamenti e dubbi sulla futura produzione.
Nel frattempo i rimorchiatori genovesi, che i padroni di note famiglie genovesi, un anno e mezzo fa, hanno venduto al big salernitano- svizzero Luigi Aponte, padrone di Msc e di molto altro, spossessando il porto e la città di un marchio genetico, stanno cambiando il loro tradizionale colore arancione in un blu nero e giallo che li rende quasi corpi estranei nell’ andarivieni del grande scalo.
Sono piccoli e grandi segnali della mutazione genetica di una città che sta cavalcando una campagna elettorale totalmente irrituale per scegliere in anticipo di quasi due anni sulla scadenza naturale il nuovo sindaco.
Acciaio e porto anima di Genova

L’acciaio e il porto sono come l’anima della Genova, ex Superba, oggi molto sbandata, ma non compaiono per ora nel duello sanguinoso tra la bella e determinata Silvia Salis, ex martellista olimpica e vice presidente Coni, senza alcuna precedente identificazione politica e Pietro Picciocchi, vice sindaco e super assessore di Marco Bucci, oggi reggente e imperterrito nella sua gestione della città, dove mescola l’amministrazione del modello Bucci con la campagna elettorale, portata avanti senza remore.
Salis ha fatto il suo ingresso sulla scena con uno show, più che un intervento, davanti a una folla mai vista di supporter e di curiosi, che sta facendo discutere incessantemente.
Ha recitato bene la sua parte di candidata di sinistra, dalle origini popolari e dalle idee molto modulate sul programma extralarge dell’alleanza che va da Calenda a Conte.
Il programma di Salis
Ma ha limitato troppo la sostanza del programma rispetto alla necessità di imporre la sua figura mediatica, in un palcoscenico vuoto, riempito solo dalla sua presenza, dove i partiti amici sono stati fatti salire solo per pochi secondi e dove il suo discorso, tutto letto con tono alto e un po’ nervoso, era stato scritto per stare nei binari di una sinistra-sinistra che guarda a una Genova del domani molto diversa da quella efficentista, operativa, centrata su grandi opere e “metodo Genova” di Bucci, che oggi presidente di Regione, continua a urlare contro gli avversari politici come se in campagna ci fosse lui e non il suo alter ego Picciocchi.
Salis ha detto qualche “no” alle grandi opere pubbliche troppo divisive del programma di centro destra, come la famosa Funivia che dovrebbe salite dal porto alla catena dei forti sulle alture genovesi e allo Skymetro, la linea di collegamento tra la stazione Brignole e il quartiere di Molassana, cuore dalla Valbisagno, ritenuta molto invasiva con i suoi piloni piantati in mezzo al letto del fiume. E poi ha invocato il lavoro per i giovani, l’assistenza per gli anziani e una prospettiva di solidarietà complessiva molto più marcata.
Un discorso di meno di mezz’ora ha rincuorato la sua squadra e fatto incendiare gli avversari. “Tutto qui?”, ha ironizzato Bucci, ovviamente il primo a tuonare.
Piciocchi sceglie la vice
Sull’altro fronte Piciocchi ha fatto la contromossa di indicare subito chi sarà il suo vice sindaco, la parlamentare di “Noi Moderati” Ilaria Cavo, già assessore regionale, fedelissima totiana, estranea ai cataclismi giudiziari, che puntava a essere candidata sindaco lei stessa, ma che ora si schiera a rinforzare il reggente di oggi, che aveva bisogno di un supporto indicato come un acchiappa preferenze.
La mossa, così anticipata e mai fatta in tutte le precedenti elezioni, indica una debolezza nella scelta ereditaria di Piciocchi, succeduto a Bucci nella tempesta dello scandalo in Regione, sicuramente buon tecnico, ma non con un grande carisma.
Mentre la mossa Salis ha scosso il quadro elettorale ed anche la società genovese nelle sue articolazioni come un vento potente di scirocco (che a Genova spesso porta tempo cattivo, cielo grigio e anche macaja) i movimenti del centro destra non sembrano mobilitare molto.
Sono un po’ disperse le forze economiche, imprenditoriali che riusciva a muovere l’accoppiata Toti-Bucci. D’altra parte l’ex presidente della Regione sta ai servizi sociali ed è un desaparecido della scena politica e il suo successore non sembra vivere comodo nel palazzo della Regione, quasi sofferente per la battaglia comunale, alla quale partecipa troppo e con toni sbagliati.
Sala imbarchi ma gli aerei a Genova non arrivano
C’è stato perfino uno scontro quasi fisico tra di lui e Silvia Salis all’inaugurazione della nuova Sala Imbarchi dell’aeroporto con un alterco ad alta voce partito da Bucci e sfociato perfino in una reazione non solo vocale della candidata.
Troppo e anche troppo presto perché la campagna è appena cominciata e il voto è previsto in un primo turno al 25-26 maggio e in un inevitabile secondo turno il 9 giugno.
Vuol dire due mesi e mezzo di guerriglia a toni alti, mentre la città resta decapitata e anche un po’ sconcertata, tra cantieri che non procedono come il “Terzo Valico” o altri, come quello della Diga foranea sulla quale ora pende una inchiesta della Procura Europea, che giudica le assegnazioni dei lavori non del tutto chiare.
Porto di Genova senza Presidente
Il porto è sempre senza un presidente, la cui nomina il vice ministro genovesi e Edoardo Rixi continua a annunciare e non arriva mai. Invece arrivano altre nuove inchieste che colpiscono sia l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, insieme ai vertici del gruppo Spinelli, con il capo Aldo Spinelli, oggi in quiescenza per motivi giudiziari e il nuovo presidente del Gruppo, Luigi Sommariva, ex presidente del porto di La Spezia, indagati per avere usato impropriamente un terminal in loro concessione.
Si incendia anche la vicenda dell’aeroporto, che ha lasciato strascichi non da poco tra le forze politiche ed economiche della città, dopo il mancato ingresso in società di Aponte e una piccola spartizione delle quote tra la Camera di Commercio, la stessa Autorità portuale e con la Regione che vorrebbe “entrare”. Mentre è chiaro che se non arriva un socio industriale la baracca non si smuove.
L’incertezza sul destino del “Cristoforo Colombo”, anche legata al poco tempo che manca per il rinnovo della concessione da parte di Enac, a Genova la superano con la super cerimonia di inaugurazione della nuova modernissima sala di imbarco, impostata ai tempi del presidente Paolo Odone, quasi conclusa da Alfonso Lavarello, manager-imprenditore vicinissimo ad Aponte, dimissionario nell’estate scorsa e ora inaugurata dal presidente attuale, il professor Enrico Musso, docente di Economia dei Trasporti.
Una grande festa
Grande festa, data celebrata come “storica” in una situazione un po’ paradossale, con l’inaugurazione-passerella piena di ospiti illustri e le piste dell’aeroporto completamente deserte di aerei.
In questo clima, ammorbato dalla minaccia dei dazi, che Trump lascia pendere e che colpirebbero gravemente anche il traffico portuale, le elezioni si preparano come se ci fossero grandi porte girevoli per candidati sindaci e consiglieri, convinti poi di essere scelti come assessori.
Esce di scena, dopo essersi annunciato in pompa magna, l’avvocato Filippo Biolè, che si era presentato spalleggiato da gruppi di opinione combattivi e determinati, in un mix liberal socialista e di costola di una sinistra “diffusa”.
Figura nota per la sua professione legale e per gli incarichi non secondari di presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti (suo predecessore niente meno che Giuseppe Pericu) e di presidente dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, molto impegnato nella comunità ebraica, Biolè si è improvvisamente ritirato per una spaccatura tra le sue formazioni di appoggio, che avevano diverse opinioni sulla fedeltà europea.
Per uno che esce, ecco un altro che entra, o rientra, e anche qui è un avvocato, Mattia Crucioli, ex parlamentare 5 Stelle, poi dissidente, uscito dalla Camera e dai grillini per lanciare una lista “Uniti per la Costituzione”, che alle ultime comunali si era presa il 3, 5 per cento. Crucioli entra sostenendo che Salis e Picciocchi siano ambedue candidati di centro destra. La sinistra non ha candidato e, quindi, ci pensa lui…..
Su Genova soffiano allora venti alterni, un po’ quello scirocco cattivo, un po’ il grecale che è raro e quando arriva in inverno provoca improvvisi cali di temperatura. Insomma si aspetta la tramontana, che in genere spazza molto e presenta prospettive più chiare, a incominciare da quelle sul mare, dove tra i lavori della Diga e la lotta per contendersi i terminal in mancanza del presidente, la città-porto sembra incagliarsi.
Intanto dopo la tragedia della funzionaria regionale uccisa in pieno giorno e in una delle piazze centrali dall’improvviso crollo di una palma malata e non sufficientemente protetta dal Comune e dopo il successivo crollo di un grande pino in un giardino pubblico dove giocano i bambini, Picciocchi si è lanciaito a tagliare alberi un po’ in tutta la città, seguendo una mappa dei rischi.
Lo ha fatto dopo avere espresso cordoglio alla vittima, ma con una lettera nella quale ha incolpato gli ambientalisti di avere provocato con le loro proteste un atteggiamento del Comune più prudente nel taglio degli alberi. Apriti cielo…… Ci mancava questa per alimentare gli scontri pre elettorali….