Paolo Gentiloni, “disoccupato eccellente“. E ingombrante. Dove finirà? A fine agosto l’ex premier resterà senza poltrona. Bruxelles addio. Gli subentrerà un Commissario nominato da Giorgia Meloni. A giorni si saprà chi è. Due i nomi che circolano: il ministro pugliese Raffaele Fitto o la diplomatica romana Elisabetta Belloni. “Paolo il freddo” ha i giorni contati. Sta già facendo gli scatoloni per il trasloco da Bruxelles a Roma. L’esperienza di “Commissario europeo per gli affari economici e monetari” – nominato nel 2019 dall’esecutivo Conte due – è giunta al capolinea. Ma non vuole restare a lungo un disoccupato di lusso ne’ occupare qualche comoda poltroncina in qualche ente europeo che certamente gli offriranno visto il suo ricco curriculum (premier dopo Renzi, due volte ministro nei governi Renzi e Prodi). E tanto altro ancora.
La minoranza interna del Pd – da Guerini a Bettini – a lungo ha puntato su Gentiloni per il dopo Schlein. Ma oggi la leadership di Elly non sembra più in pericolo; il voto alle Europee ha messo all’angolo gli avversari interni. Al momento dunque calma piatta. Così pare. La capa dem conosce bene le aspirazioni di Paolo e gli avrebbe offerto la presidenza Pd visto che Bonaccini ha liberato il posto per andare a Bruxelles. In subordine gli avrebbe offerto la guida della “Fondazione Pd” (attuale presidente Nicola Zingaretti, sponsor di Elly alle Primarie nonché uno dei suoi predecessori). Ma Paolo ha fiutato la polpetta avvelenata della segreteria dem (o l’ha ritenuta tale) e ha rifiutato.
Cioè, federatore del contenitore centrista alleato del Pd. Un obiettivo gradito. Ma è subentrato in questi giorni un “palo” francamente imprevisto e imprevedibile che ne ostacola la realizzazione. Una novità assoluta. Ovvero la sintonia tra Renzi e Schlein, mediatore Prodi. È il caso di ricordare che i rapporti di Gentiloni e il leader di Italia Viva (partito fondato da Renzi nel 2019) sono freddi (eufemismo) fin dai tempi della staffetta nel 2016 a Palazzo Chigi. Renzi non accetterà mai di farsi federare da Gentiloni. Il feeling Elly-Matteo è maturato alla “Partita del cuore” giocata all’Aquila il 16 luglio. Galeotto fu il pallone. E più ancora lo scatto fotografico più iconico della partita, cioè l’abbraccio fra i due subito ribattezzato dagli utenti sui social “Il potere del pallone “. Contro il quale, onestamente, anche un Commissario europeo, per di più disoccupato, non può fare molto.
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