Ora, in effetti, sarà più difficile parlare nel nostro Paese di fascismo e antifascismo. Sostantivi che non hanno più senso quando è stata la storia a decretarne la fine. Eppure, c’è ancora chi ne discute per attaccare e quindi difendere le proprie idee. Nell’occhio del ciclone è finita– naturalmente – Giorgia Meloni che, a detta di alcuni, non aveva ancora reciso il cordone ombelicale con quella idea che voleva dire dittatura.
La sinistra accusa Meloni di essere fascista
Quando la sinistra – quella estrema – non sapeva dove arrampicarsi per confermare le proprie opinioni si difendeva con le unghie e con i denti per colpevolizzare i nostalgici che ancora erano vivi e vegeti in Italia. Ora la situazione diventa un pochino più difficile se si leggono i recentissimi fatti dicronaca. Si apprende che un gruppo di facinorosi neo nazisti erano pronti a sparare e uccidere Giorgia perché “minacciava i fascisti”.
Erano ben organizzati questi “pazzi signori” che paventavano una simile teoria. Ritenevano che da un albergo situato vicino a Palazzo Chigi si poteva sparare e colpire l’obbiettivo che li tormentava.
La polizia ha sventato il complotto
Ora, per fortuna, questa brigata è stata smascherata e arrestata dalla nostra polizia e la paura di un simile episodio è svanita nel nulla. Rimane però il dilemma che un certo numero di persone (non molte, fortunatamente) continua a credere che in Italia il pericolo fascista esiste ancora, eccome.
Ne fanno fede alcuni episodi di cui faceva parte un gruppo di delinquenti (difficile trovare un diverso sostantivo) che alzando il braccio destro e cantando inni ormai tramontati volevano imporre la loro ideologia ormai spenta più di 80 anni fa. Ora, la speranza è che di questo tributo all’antichità non se ne parli più. Almeno non divenga un attrito continuo fra maggioranza e opposizione.
Chi non è al governo fa bene a criticare e a sottolineare con la matita rossa e blu le pecche della maggioranza o le decisioni affrettate di chi guida l’esecutivo. Questo, però, con argomenti seri che saranno riconosciuti (almeno si spera) anche da chi è lontano dalle idee della minoranza.
Il Paese ha ben altri grattacapi: chiedetelo ad un padre o ad una madre di famiglia che deve arrivare alla fine del mese guadagnando meno di mille euro al mese. Sentire certi battibecchi su concetti ideologici ormai superati li allontana dalla politica fino a non credere più nel Palazzo e a disertare perfino le urne quando si deve andare al voto. I problemi sono molteplici: la sanità, la scuola, il salario, l’addio dei giovani che vanno via dall’Italia per cercare fortuna all’estero.
CE’ su questo che vorremmo vedere destra e sinistra combattere ventiquattro ore su ventiquattro. Di modo che gran parte della popolazione possa vivere senza l’assillo del pranzo e della cena. Con la povertà che diminuisce anno dopo anno perché finalmente chi è nel Palazzo sappia di che cosa parlare.
La premier viene accusata di essere tuttora una nostalgica? Come si fa solo a pensarlo se i suoi viaggi in Europa stanno meravigliando (è troppo?) anche coloro che di fascismo ne parlano di giorno e di notte? Se una donna al governo viene presa di mira da un manipolo di neonazisti che hanno intenzione di farla fuori ci sarà pure una ragione perché ciò avvenga. Allora, smettiamola una volta per tutte di parlare di un passato che non c’è più e che viene invocato soltanto da chi non ha altri argomenti da mettere sul tavolo di una discussione, sia pure accesa. Si potrebbero raggiungere risultati maggiori? Si potrebbe vivere in tranquillità evitando gli scossoni? Queste per il momento sono soltanto speranze, ma rimarranno per sempre tali se il Potere non cambierà modo di capire cosa è maggioranza o minoranza. E su quali argomenti dibattere e anche litigare nei limiti della correttezza politica. Senza gli insulti, le male parole a go-go, le false accuse e chi più ne ha più ne metta.