Intervistata dal settimanale 7 del Corriere della Sera, la premier Giorgia Meloni rivendica il lavoro del suo governo: “Uno dei punti di forza di questo governo è la capacità di dialogare con tutti. In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto, che permette all’Italia di diversificare la sua proiezione geopolitica e geoeconomica”.
L’intervista
La premier dice poi di avere al suo fianco “una squadra molto affiatata, di persone capaci che credono in ciò che fanno e delle quali mi fido molto” e, interpellata su Elon Musk, definisce il patron di Tesla come “una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Trovo naturale poter dialogare con lui. Certo, ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti, ma questo non impedisce il confronto. E, mi consenta, fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto ‘sbagliato’ della barricata. Io, da sempre, non ragiono così”.
Capitolo Albania. “L’esecutivo – dice la premier – ha fatto delle scelte precise per governare l’immigrazione, e il protocollo con l’Albania è una di queste. È una soluzione molto innovativa, che sta facendo scuola in Europa e non solo, perché è chiaro a tutti che può infliggere un colpo mortale alle organizzazioni criminali che speculano sui migranti per ingrassare i loro profitti. Io sono cresciuta con l’esempio di Falcone e Borsellino e ho massimo rispetto per i giudici. Resto convinta che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani abbia il nostro stesso obiettivo, ovvero quello di disarticolare le reti criminali e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani”.
La fiamma? “Penso che togliere la fiamma dal simbolo non sia mai stata una questione all’ordine del giorno”.
Le tensioni in maggioranza? “Ci si confronta, come d’altronde succede in tutte le famiglie che si rispettino. Il centrodestra è composto da forze politiche diverse, ognuna con la propria identità ma che sa sempre trovare una sintesi. Condividiamo una visione del mondo, e ci riconosciamo sui valori fondamentali. Questa è la nostra forza, da trent’anni a questa parte. Dopodiché, le maggioranze davvero litigiose hanno il problema di non riuscire a fare nulla. Non mi pare il nostro caso, francamente”.
Il rapporto con von der Leyen? “Prevalgono un approccio pragmatico e il rispetto reciproco”. Con la presidente della Commissione europea “abbiamo un rapporto istituzionale, come è naturale che sia tra il presidente del Consiglio italiano e il presidente della Commissione europea. Lavorando insieme nascono ovviamente anche rapporti personali di rispetto reciproco. È normale che sia così. Abbiamo collaborato su molti temi, alcuni cruciali per l’Italia come gli accordi con i Paesi terzi per contrastare l’immigrazione irregolare. Nella composizione della nuova Commissione, con la vicepresidenza esecutiva assegnata a Raffaele Fitto, von der Leyen ha riconosciuto all’Italia il ruolo che merita e lo ha fatto anche sapendo resistere alle forti pressioni della sinistra”.
L’antagonista è Elly Schlein? “Spetta ai cittadini deciderlo, di certo non a me. Certo, credo che sia abbastanza naturale che qualcuno ci descriva come dirette antagoniste, visto che Fratelli d’Italia e il Partito Democratico sono oggi le due principali forze politiche italiane. Ma, da qui alle prossime elezioni politiche, è difficile dire quale sarà il quadro”. E infine: “Gli italiani ci hanno chiamato a governare l’Italia in una fase estremamente complessa, e in questa complessità abbiamo sempre cercato di muoverci seguendo un’unica bussola, quella dell’interesse nazionale. Chiaramente tutto è sempre perfettibile, ma non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati. E non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare. Solo chi non fa non sbaglia, diceva un vecchio proverbio popolare. Credo che dietro ogni passo si nasconda sempre il rischio di un inciampo, ma questa non è una valida ragione per restare fermi. Anzi”.