Politica

“Giorgia Meloni scansa il riarmo: cosa c’è dietro il suo intervento in Senato”

Dopo il diplomatico e accorto intervento di Giorgia Meloni al Senato i casi sono due, “tertium non datur”, ci insegnavano i nostri saggi padri latini.

O l’Italia volta pagina e si impegna a costruire una nuova Europa capace di essere protagonista e non semplice spettatrice; oppure rimarrà una Italietta che non avrà voce in capitolo in Europa e si limiterà ad essere una ruota di scorta degli Stati forti.

Sia pure se prudente, la premier non si è limitata a parlare in politichese. Le sue idee non le ha lasciate nel cassetto, le ha sviscerate tutte, anche se lo ha fatto in punta di piedi come se camminasse sulle uova.

Meloni e Salvini: assenza diplomatica?

Giorgia Meloni scansa il riarmo: cosa c’è dietro il suo intervento in Senato – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Il sostantivo riarmo non lo ha mai pronunciato, se n’è guardata bene dopo il patto stipulato il giorno prima con Matteo Salvini. La sinistra incalza e dà la sberla che può far male. “Come mai il ministro delle infrastrutture non era in aula?”. Impegnato a Varsavia per un evento internazionale, è la risposta. Vera o non vera la replica è di quelle che tappano la bocca a coloro che a tutti i costi cercano la rissa.

Che cosa ha detto Giorgia Meloni sul difficile problema della difesa? E’ stata accorta sui sostantivi e sugli aggettivi da usare. Però ha aggiunto: “Rafforzare le difese non vuol dire soltanto comprare armi”. D’altronde un Paese che vive in una situazione internazionale così complicata ha pure il diritto di guardarsi intorno e di prendere i necessari provvedimenti.

Già, ma un’operazione del genere ci costerà svariati miliardi di lire che potevano essere spesi per i grandi problemi che assillano la nostra Nazione: la scuola, la sanità, i salari minimi, l’inflazione che ha reso povere decine di migliaia di famiglie.

Inflazione? Una fake news

Secondo la premier, questa è una fake news e chi la insinua sa bene di dire una falsità perché i soldi per queste difficoltà non verranno toccati.

“Se si è a questo punto lo si deve chiedere a chi ci ha preceduto sperperando una notevole quantità di danaro per una legge (quella sulla ristrutturazione) che non ha risolto nulla e ha dato un colpo mortale al bilancio”.

La coalizione di governo non ha traballato perché la Meloni aveva capito in anticipo dove si doveva difendere dando anche un’occhiata in casa propria. E’ riuscita nell’impresa senza provocare danni perché sulle altre grandi questioni europee e mondiali si è comportata in modo da essere equidistante da Bruxelles come da Washington.

Con la solita finezza che lo contraddistingue, Matteo Renzi non ha mancato di arringare la premier. “Invece di baciare ogni giorno la pantofola di Trump, stia più attenta a noi”, ha detto dimostrando con questa magnifica frase il suo politically correct che non lo lascia mai nei momenti in cui è lui ad essere in difficoltà.

Ha l’acredine di un marito tradito il segretario di Italia Viva perché in cuor suo sperava mesi fa di essere uno degli esponenti di spicco della destra. La manovra non gli è riuscita ed ora cerca di vendicarsi alla sua maniera.

I dazi: eccolo un altro guaio che Donald Trump potrebbe provocare alla nostra economia. Il vino, la filiera agricola, i tanti bene made in Italy soffriranno non poco in futuro se il presidente americano non farà marcia indietro. Il problema è serio, come affrontarlo? Senza ripicche: tu metti un dazio a me, io ne metto un altro a te. E’ un atteggiamento che non giova a nessuno e l’Italia non deve inimicarsi gli Stati Uniti che rappresentano (volere o non volere) il pilastro della nostra economia e della nostra sicurezza.

L’opposizione non ha potuto far molto vista la furbizia (possiamo definirla così?) della Meloni. Certo i senatori della sinistra non sono rimasti in silenzio, ma le parole usate sono sempre le stesse e non incantano più l’opinione pubblica.

Ore intere, il giorno prima e anche la mattina seguente, il Pd si è incartato su un aggettivo on un avverbio da usare per il riarmo (pardon per la difesa).

La morale è una ed una soltanto: mentre Putin e Trump parlano per ore al telefono per raggiungere la pace, noi in Europa ci dividiamo essendo pro o contro la guerra. Vogliamo invece trovare finalmente l’unità per difendere, questo sì, i confini del vecchio continente?

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Bruno Tucci