Giorgia vs Elly. Ci sarà mai, alla vigilia delle elezioni europee, il famoso duello fra la Meloni e la Schlein? A gennaio lo si dava per certo quando alla domanda di un giornalista, Giorgia rispose: “Perchè no?” riconoscendo quindi alla segretaria del Pd lo scettro di capo dell’opposizione.
Parole che mandarono su tutte le furie Giuseppe Conte, il quale ritiene ancora che l’unica vera sinistra è rappresentata dai 5Stelle. Da allora ad oggi, di acqua ne è passata sotto i ponti. Ci sono state le tre elezioni regionali, il ribaltone della Sardegna, la vendetta della destra in Abruzzo e in Basilicata, la lotta per le candidature alle elezioni di giugno.
Di fatto, anche se non urlato tutti i giorni, questo scontro fra le due donne più importanti del quadro politico italiano, restava il piatto preferito dai media. Giorgia contro Elly: chi avrebbe potuto rinunciarci? Ecco, oggi torna prepontemente alla ribalta il conflitto che esiste fra maggioranza e opposizione per un voto in più da guadagnare per Bruxelles.
Si può dire che a riaccendere la miccia è stata proprio la premier con quel discorso pronunciato alla sua platea in quel di Pescara. “Se volete votarmi, sulla scheda potreste scrivere solo il mio nome: Giorgia, perché io mi considero sempre una di voi a cui potete dare tranquillamente del tu”. Mossa astuta non c’è dubbio. Schlein messa all’angolo, dunque? Nemmeno per sogno perché la caparbia numero uno di via del Nazareno ha piazzato subito il suo uppercut. Copiando se vogliamo, ma con astuzia. Sulla scheda che avranno fra le mani gli elettori delle europee sarà scritto infatti Elly Schlein, detta Elly. Insomma, un modo come un altro per dire: “Guarda Giorgia queste tue furbate non mi turbano”.
Ci risiamo, dunque. Sono i preparativi per il tanto atteso duello? Chissà? Forse? Nessuno lo può dire con la massima certezza, ogni previsione sarebbe azzardata. Quali sono le ragioni di questo inatteso dubbio? La prima ad avere qualche perplessità è proprio lei, la Schlein, che ha non pochi problemi da risolvere all’interno del partito. Intanto, ha dovuto rinunciare a presentarsi in tutte le circoscrizioni perché il suo strapotere alle europee non andava a genio ad una buona parte dei dem. I moderati da tempo l’aspettano al varco, sperano in un suo scivolone per darle il ben sevito. Ecco perchè la prudenza è d’obbligo e bisogna camminare con due piedi in una scarpa. Se il tanto decantato duello dovesse andar male, comincerebbero i primi guai. Seguiti poi dal voto negativo, al di sotto del venti per cento. Per questo Elly è titubante anche se alla fine non si potrà sottrarre al dibattito.
Non si pensi comunque che anche dall’altra parte siano tutte rose e fiori. D’accordo, Giorgia è molto forte e l’incontro di Pescara lo ha dimostrato. I suoi fedelissimi (ma anche molti altri) sono certi che il giorno del testa a testa con Elly, la premier vincerà a mani basse. Però, qualche problema non lo si deve nascondere. La maggioranza di centro destra è “coesa” (brutto sostantivo), ma innanzitutto i passi di Salvini e le riserve di Tajani danno fastidio alla presidente del consiglio. Matteo una ne pensa e cento ne fa non proprio in sintonia con la Meloni; il leader di Forza Italia ha detto di recente: “Noi siamo solidali con il partito di Giorgia anche se in qualche circostanza siamo diversi”.
Paura? Si può usare questo termine? Non paia esagerato perché le elezioni di giugno non vogliono significare solo il futuro dell’Europa, ma pure (per quanto riguarda il nostro Paese) gli accordi che si potranno fare dopo quella data. Salterà quindi il tanto atteso duello? Probabilmente lo si farà perché ne va della sicurezza delle due più importanti donne italiane. In cuor loro, comunque, c’è la speranza che tutto possa essere rimandato a data da destinarsi, certamente dopo le europee.
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