Giuliano Amato (Foto Ansa)
Intervistato da Repubblica, il presidente emerito della Consulta Giuliano Amato spiega che “Trump sta travolgendo l’Occidente con la forza impetuosa di un ciclone, ma potevamo prevederlo e soprattutto evitarlo. Ce la siamo voluta. E ora diamoci da fare per uscirne”.
“Siamo finiti in un incubo, certo – continua -. Però, essendo molto vecchio, più che il tempo breve del presente vivo il tempo lungo della storia perché ce l’ho tutto dentro di me: è da qui che mi sento di muovere una critica a noi democratici”. Sotto questo aspetto, secondo Amato i democratici “negli ultimi cinquant’anni hanno sostenuto qualsiasi battaglia progressista senza rendersi conto per tempo della crescente distanza, talvolta eccessiva, rispetto ai valori tradizionali che tengono unite le nostre società. Questo vale sia per il nostro paese che per gli Stati Uniti”.
Secondo l’ex premier “una democrazia liberale non viene meno se accettiamo libertà più limitate e una qualche convivenza con i valori tradizionali. Viene meno invece quando sono cancellate le regole che, in difesa dei cittadini, limitano l’esercizio del potere privato: oggi Trump ci mette nelle mani del più gigantesco potere privato che la storia abbia mai conosciuto”.
Per Amato oggi “la sopravvivenza dei valori democratici dipende largamente dall’Europa” e serve “quello che in tanti dicono, ma nessuno ha avuto la capacità di realizzare: una difesa e una politica estera davvero comuni per sedersi al tavolo del governo del mondo, dove sono invitati pochi attori”. Nell’intervista Amato parla anche del fine vita: “Sul suicidio assistito abbiamo bisogno di una legge nazionale che, nel rispetto dei principi sanciti dalla Consulta, organizzi una procedura uniforme in tutto il paese: non un passo oltre le condizioni poste dalla Corte, né un passo indietro”.