Il summit Meloni-Draghi e l’incontro (proficuo) con gli industriali. Due momenti significativi per la crescita del Belpaese. Mercoledì 18 ha consegnato alle cronache una pagina importante per l’economia italiana: l’Assemblea di Confindustria ha suggerito al governo “scelte coraggiose”, ovvero produttività, sicurezza sul lavoro, lotta alla burocrazia; il summit a Palazzo Chigi della premier con Supermario ha polarizzato un comune obiettivo: cambiare il green deal. Un faccia a faccia di oltre un’ora che ha saldato le idee dell’ex premier con il lavoro portato avanti dal governo in Italia e nelle istituzioni europee. Andiamo con ordine.
La ricetta degli industriali
Il n.1 di Confindustria, Emanuele Orsini, al suo debutto alla Assemblea degli industriali, è stato chiaro: per far crescere l’Italia occorrono “ più investimenti e ritorno al nucleare”. Scelte coraggiose e urgenti soprattutto sul versante della indipendenza energetica. Orsini è stato chiaro: ”L’indipendenza energetica è una questione di sicurezza nazionale. Non possiamo perdere altro tempo. Le politiche dell’Europa mettono a rischio l’industria”.
Tre le priorità degli industriali: nucleare, fisco e lavoro. Nella sala (stracolma) dell’ Audotorium di Roma – tradizionale scenario dell’appuntamento degli imprenditori – la relazione a 360 gradi di Orsini, ha strappato gli applausi della platea, soprattutto quando ha parlato del taglio del cuneo fiscale, degli investimenti e delle riforme per la crescita e , soprattutto, quando ha spinto sull’avvio del nucleare e ha accusato esplicitamente le politiche europee per la transazione green, “troppo frettolosa e spesso macchiate di ideologia”. Poi Orsini ha invitato il governo a tenere la barra dritta sui conti pubblici. E ha concluso di aspettarsi un piano strutturale di bilancio che includa quelle riforme e quegli investimenti che “ sono assolutamente necessari. Altrimenti rischiamo lo stallo o addirittura un passo indietro”.
L’intervento della premier
In mattinata Giorgia Meloni ha partecipato alla assemblea degli industriali raccogliendo l’appello al governo fatto dal presidente Orsini. Giorgia ha promesso piena sintonia “su energia e lotta alla burocrazia”. E ha rimarcato: ”Cambieremo il green deal europeo”.
La premier ha aggiunto l’importanza dei finanziamenti citando anche il report di Mario Draghi. Applausi quando ha detto: ”Abbiamo anche detto dei no quando andavano detti, i soldi dei cittadini non si gettano dalla finestra”. E ha concluso:” La crescita del Pil all’1% è a portata di mano”.
Il colloquio con SuperMario
Nel pomeriggio Giorgia Meloni ha ospitato a Palazzo Chigi Supermario. Ne è uscito un confronto a proposito del report di Draghi sulla competitività europea (“Occorrono 800 miliardi l’anno per salvare l’Europa”). Il report dell’ex premier, presentato lunedì scorso a Bruxelles, è piaciuto perché “ contiene diversi importanti spunti”. E tra questi la necessità di un maggior impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche, il rafforzamento dell’industria della difesa. Soprattutto Meloni e Draghi hanno concordato che il green deal vada corretto. Forse è presto per parlare di asse Draghi-Meloni ma il doppio segnale politico è forte. Insomma, l’incontro di Palazzo Chigi non è stato una semplice visita di cortesia né una occasione protocollare. È stato molto di più.