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Nicola Gratteri (Foto Ansa)
Secondo la classifica sulla percezione della corruzione, redatta ogni anno da Transparency International, il nostro Paese è 52esimo nel mondo, 19esimo in Europa. “Non mi meraviglia, sono dati prevedibili – spiega Nicola Gratteri, Procuratore capo di Napoli in un’intervista al Fatto Quotidiano -. Le organizzazioni criminali che controllano larghe fette dell’economia in cambio di appalti e di altri favori da parte della Pubblica amministrazione concedono interi pacchi di voti. Fino a quando non si ha il coraggio di riconoscere che la corruzione nella Pubblica amministrazione è strettamente connessa alle attività della criminalità organizzata e non si potenziano gli strumenti per aggredirla, ci possono essere solo passi indietro”.
Le parole di Gratteri
A proposito di lotta alla corruzione, forse già lunedì, per volere della maggioranza, la Camera approverà definitivamente la riforma che limita le intercettazioni a 45 giorni, con l’eccezione di mafia e terrorismo. “Ma perché questo limite temporale che ostacola le indagini? Noi magistrati, quando intercettiamo, non andiamo ‘a strascico’, come dice il ministro Nordio con un termine improprio – prosegue -. Abbiamo tanto lavoro da fare e siamo noi stessi, se vediamo che un’utenza intercettata non porta a nulla, a chiedere al giudice la revoca del provvedimento che l’ha autorizzata”.
Tornando alla corruzione. “Sarà ancora più difficile scoprirla dato che il tetto dei 45 giorni vale anche per reati contro la Pubblica amministrazione”. “Invece i reati corruttivi, contro la Pubblica amministrazione vanno inseriti nell’elenco delle eccezioni, proprio come i reati di mafia e terrorismo – conclude -. Se non si provvede a questa correzione, la lotta alla corruzione è solo un sofismo”.