“Decine di caccia sono già sulle piste di decollo. L’esercito e l’aviazione israeliani sono pronti alla difesa ma anche all’attacco”: lo ha riferito la tv israeliana Canale 12. Intanto gli Houthi dello Yemen promettono una “risposta militare” alla “pericolosa escalation” provocata da Israele.
Dagli Houthi a Hezbollah, l’asse di resistenza
Il canale televisivo saudita “Al-Hadth” ha riferito del lancio di “una raffica di razzi dal Libano verso gli insediamenti della Galilea” in Israele. In precedenza erano stati attivati allarmi aerei in numerosi insediamenti nella zona. Anche al Jazeera ha riferito che le sirene hanno suonato in 9 città della Galilea occidentale, al confine con il Libano, dopo due giorni di calma sul fronte settentrionale in seguito all’assassinio del leader di Hezbollah Fouad Shukr nel sobborgo meridionale di Beirut. Il corrispondente della tv ha confermato il lancio di missili dal Libano verso posizioni israeliane nella Galilea occidentale.
Il movimento libanese Hezbollah ha annunciato di avere lanciato ‘decine’ di missili sul nord di Israele. Da parte israeliana, il portavoce dell’Idf, le forze armate dello Stato ebraico, ha reso noto che cinque missili sono stati lanciati dal Libano sulla Galilea e che due di questi sono stati intercettati.
Ma nessuno vuole la guerra totale
Con il doppio attacco che ha violato le capitali di Libano e Iran, lo Stato ebraico “ha oltrepassato la linea rossa”, ha accusato la guida libanese sciita, affermando che si è entrati “in una nuova fase” della sfida al nemico di sempre. Il cosiddetto asse della resistenza, secondo diversi analisti e fonti interne, sta valutando due scenari: una risposta simultanea da parte dell’Iran e dei suoi alleati o azioni singole condotte da ogni fazione.
Ma l’obiettivo sarebbe semplicemente quello di indurre Israele a non spingersi oltre, e non di scatenare una guerra totale. In questa chiave i precedenti ricordano che lo scorso 13 aprile, in risposta ad un raid sul proprio consolato a Damasco, Teheran aveva lanciato un attacco senza precedenti in territorio israeliano, rivelatosi tuttavia simbolico.
Avvertendo prima gli alleati regionali, inclusa la Turchia (e quindi gli Usa, alleati Nato) e annunciando il raid diverse ore prima dell’arrivo dei missili sugli obiettivi: non a caso intercettati quasi tutti, grazie anche all’aiuto degli americani e di altri Paesi.
Ita sospendi i voli da e per Tel Aviv fino al 6 agosto
Intanto, la compagnia aerea Ita ha sospeso i voli da e per la città israeliana di Tel Aviv fino al 6 agosto compreso. Anche la tedesca Lufthansa e la svizzera Swiss ha annunciato la sospensione di tutti i voli per Tel Aviv, fino all’8 agosto.