
I colloqui in Arabia Saudita tra le diplomazie della Russia e Usa escludono per ora l’Europa. L’ira di Zelensky (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Summit a Riad per la pace in Ucraina. Al tavolo dei negoziati da oggi, martedì 18 febbraio, i capi della delegazione Russia e Usa con i rispettivi staff. Sergej Lavrov e Marco Rubbio aprono i colloqui nella capitale saudita con un doppio obiettivo: cercare soluzioni nel conflitto in Ucraina e normalizzare le relazioni bilaterali.
Per ora l’Europa è esclusa e Zelensky, irritato, ha ribadito che senza un suo coinvolgimento non verrà accettato l’esito dei negoziati.
Lunedì 17 c’è stato intanto un vertice di Parigi convocato dal presidente francese Macron per discutere dell’invasione russa in Ucraina e delle ultime mosse della Casa Bianca. Obiettivo: evitare che Trump e il Cremlino decidano il futuro di Kiev senza consultare l’Europa se non a cose fatte.
Va detto che i colloqui di Riad si svolgono sullo sfondo di un possibile incontro tra Putin e Trump che la settimana scorsa avevano discusso telefonicamente. Ma non può bastare una telefonata per risolvere un conflitto così complesso.

I protagonisti del summit di Riad
A Riad ci sono tutti i protagonisti in grado di arrivare ad una soluzione tanto auspicata, cioè una soluzione di pace. Con Marco Rubio, 53 anni – padre cubano, antenati sardi – neo segretario di Stato, guida la corposa delegazione americana: ci sono, tra gli altri, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz e l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
Secondo The Economist, l’autorevole settimanale di informazione politica -economica in lingua inglese, edito a Londra, (tiratura di 1,58 milioni), il piano americano prevede una forza di peacekeeping che includa Paesi non europei come Cina e Brasile lungo una eventuale linea cuscinetto di cessate il fuoco.
Ma Zelensky, in visita prima ad Abu Dabi e oggi ad Ankara, ha già fatto sapere che non parteciperà in ogni caso ai negoziati di Riad non solo perché è stato escluso (ovvio) ma anche perché “gli Stati Uniti vogliono compiacere Putin”.
Giovedì a Kiev il presidente dell’Ucraina si incontrerà con l’inviato americano Kellogg, 80 anni, un veterano della guerra del Vietnam, generale (decorato) in pensione. La delegazione russa, particolarmente aggressiva negli ultimi tempi, oltre a Lavrov sarà presente nello staff anche la portavoce Maria Zakarova e funzionari del ministero degli Esteri russo tra cui il consigliere di Putin, Ushakov.
Mattarella sotto attacco
Tutto questo avviene mentre la portavoce del Ministro degli Esteri da Mosca è tornata a minacciare il Colle respingendo l’accostamento della Russia al Terzo Reich fatto dal capo dello Stato nel famoso discorso a Marsiglia il 5 febbraio.
Una lezione di storia che Putin non ha affatto gradito. La sensazione è che le autocrazie vogliono dividere il mondo libero. Hitler ha tentato di annettere a pezzi la Cecoslovacchia così come oggi ha fatto Putin con l’Ucraina.
Morale: Cechi e Slovacchi hanno ritrovato la libertà solo 50 anni dopo quando sono crollati i regimi comunisti. Va ricordato che tra il 1939 e il 1941 Hitler ha attaccato l’Europa Occidentale mentre Stalin faceva altrettanto con i Paesi Baltici e la Finlandia. Poi il gioco si è capovolto con la grande alleanza tra le democrazie occidentali e l’Unione Sovietica che annientò l’asse Roma-Tokyo- Berlino e disegnò le linee di Yalta. Inevitabile lo scontro tra il mondo libero e i regimi comunisti. Mattarella ha spiegato tutto ciò offrendo strumenti concettuali e modelli comparativi. Tutto qui.
Putin imbufalito
Lo zar ha minacciato che le parole di Mattarella “avranno conseguenze”. Poi ha scatenato l’inferno telematico contro i server degli aeroporti di Milano, di Trieste e Taranto e di Banca Intesa. Al momento Putin ha buon gioco a dire e fare quello che vuole finché l’Europa reagisce come si è visto a Parigi. Ma l’America trumpiana con la sua ipotesi di pace, utile agli Stati Uniti, gradita a Vladimir, è ancora piena di incognite.