I russi sono entrati a Vuhledar, martoriata cittadina del Donetsk finita per essere una delle tante linee del fronte. Cittadina da 14mila anime prima della guerra, ormai non è altro che un cumulo di macerie, dove pare si ostinino a vivere un centinaio di civili, che evidentemente non hanno altre alternative.
Simbolo della fiera resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, ora rischia di essere un altro tassello della ritirata nel Donbass, a testimonianza della fase molto delicata che sta vivendo l’Ucraina, al netto dell’operazione-immagine del Kursk.
L’avanzata russa nel Donetsk non può non influenzare strategie e prospettive in una guerra di logoramento distruttiva per entrambe le parti in lotta. Mark Rutte, segretario generale appena insediato della Nato, ha ricordato come i limitati progressi sul campo di battaglia sono costati ai russi mille tra morti e feriti al giorno.
In pubblico e in privato ormai si discute apertamente dell’esigenza di una nuova strategia, anche da parte di Volodymyr Zelensky, che non può continuare a promettere una vittoria totale sempre più irrealistica. Secondo il Financial Times, Biden potrebbe essersi deciso a far “avanzare” il dossier dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato sulla falsariga del modello della Germania Ovest.
Che fu ammessa nell’Alleanza quando era ancora divisa e occupata dai sovietici. Se ne parla da mesi e potrebbe rientrare in uno scenario più ampio, che comprende il negoziato con Mosca, per arrivare perlomeno ad una tregua nel 2025.