Siamo dunque nel 2025, un anno difficile per i politici: sia di destra che di sinistra. I primi debbono difendere la stabilità del governo, un compito assai arduo; i secondi studiano per come far naufragare l’esecutivo. Ma finora non sono riusciti ancora a trovare quell’unità indispensabile per riuscire a capovolgere l’attuale assetto politico del nostro Paese.
A Palazzo Chigi, si va avanti tenendo presente il programma con cui Giorgia si era presentata agli elettori; in via del Nazareno, Eddy Schlein ha diversi grattacapi con il campo largo, ma i suoi detrattori (non sono pochi) l’accusano di non essere molto chiara quando parla ai “suoi” elettori. Basterebbero questi due semplici concetti a dimostrare quanto sia difficoltoso procedere; ma le grane sono molte di più e si possono toccare con mano leggendo i giornali o ascoltando la tv.
Le parole di Mattarella sul 2025
Dice il capo dello Stato: “Spetta a noi mutare la speranza in realtà”. Niente di più vero perché se non si possono nascondere gli atteggiamenti sbagliati che vengono dal Palazzo, ugualmente si deve dire che la vitalità di un Paese si costruisce anche con i sudditi. Insomma, il popolo deve comportarsi in maniera che le regole vengano rispettate e mai dimenticate per un proprio tornaconto individuale.
Ritorna il concetto dell’importanza dell’informazione e di quanto sia sacrosanta la libertà di pensiero. Ammoniva il vecchio Willy Brandt che “non c’è libertà senza la parola” e guai ad una Nazione che usa la censura per i suoi scopi. Il recente episodio di Cecilia Sala è una conferma di quanto sia pericolosa la nostra professione se si vuole individuare e scrivere la verità.
Ma spetta soprattutto alla classe politica il compito di tenere a bada il timone e di smetterla di pensare solo al proprio orto invece che al bene del proprio Paese. In questo, riteniamo, che maggioranza ed opposizione debbano farsi un esame di coscienza. E’ vero che la minoranza deve stare bene attenta a quel che fa l’esecutivo, perché questa è la missione principale che le spetta. Vorremmo aggiungere che è il sale della democrazia.
Però, esagerare è controproducente. Non si deve andare alla ricerca del pelo nell’uovo per mettere in difficoltà l’avversario. Quando ci si rende conto che il problema che affligge il Paese può essere risolto con la razionalità di entrambe gli schieramenti, allora si deve cambiare registro non perché si deve abdicare, ma soltanto perché con un accordo si possono risolvere certedifficoltà.
Il ponte dalle parole ai fatti
Ricorda un vecchio adagio “che il ponte più difficile da attraversare è quello che separa le parole dai fatti. E’ proprio così: ecco perché è bene che su determinate questioni si dovrebbe cercare un punto in comune e non continuare una guerra che non porta a nulla.
Il 2025 comincerà subito ad essere problematico perché già questo mese il ministro Carlo Nordio illustrerà la riforma della giustizia, vogliamo dire la separazione delle carriere dei magistrati. La sinistra non è d’accordo ed anche una certa parte della magistratura critica questa norma; però è bene ricordare che i poteri dello Stato sono quattro e nessuno deve interferire sull’altro.
I problemi sono tanti: il salario minimo, l’arrivo dei migranti clandestini, la sicurezza, determinati quartieri delle città italiane infestati dalla delinquenza. Tutto deve essere risolto per venire incontro alle esigenze dei cittadini, i quali vorrebbero una maggiore collaborazione fra i due schieramenti per vivere più tranquillamente soprattutto d un punto di vista economico.
Ha detto Sergio Mattarella: “Non è possibile che una persona bisognosa di cure urgenti, debba privarsi di un diritto che le spetta perché le liste di attesa sono troppo lunghe e per questa ragione rinunci”. E’un altro dei grandi problemi che assillano l’Italia. Da noi il sistema sanitario è tra i migliori in Europa e forse nel mondo. Evitiamo in futuro questi incredibili ritardi perché chi sta male non può rinunciare alla medicina.Pensando al 2025 dobbiamo sperare alla fine dell’anno di sorridere.