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Il debito degli italiani alla memoria di Bettino Craxi: a 25 anni dalla morte è il momento di riabilitarlo

Il debito degli italiani alla memoria di Bettino Craxi. Il presidente del Senato Ignazio La Russa e Aldo Cazzullo nel suo recente libro su Craxi, pensano che il popolo italiano debba ritenersi “debitore” verso il leader scomparso, perchè non gli era stato consentito l’intervento chirurgico al San Raffaele.

Per comprendere l’enormità del fatto ricorderò che Pinochet ricevette sussidio medico in Cile e all’estero.

Secondo la “storiografia” ufficiale, Craxi e l’intero popolo “riformista”, resterebbero per sempre compromessi a seguito di due condanne del leader, passate in giudicato.

Non intendo ripercorrere le vicende giudiziarie, che si erano ridotte allo scontro tra due diverse correnti di pensiero tra addetti ai lavori.

Ho sempre condiviso il giudizio del procuratore capo di Roma, Michele Coiro, secondo il quale Mani pulite è stata una manipolazione della verità storica e “uno stravolgimento dello stato di diritto”.

Del resto, la classe politica della Seconda Repubblica (sinistra compresa) ha pensato bene di abolire il “falso in bilancio” di rito ambrosiano, che è stato l’asso nella manica delle indagini giudiziarie di quel periodo.

Craxi colpito da leggi poi abolite

Il debito degli italiani alla memoria di Bettino Craxi: a 25 anni dalla morte e il momento di riabilitarlo – litzquotidiano.it (foto Ansa)

Con le nuove leggi, Craxi non avrebbe potuto essere arrestato e condannato.

Voglio invece raccontare episodi di vita professionale, dai quali si può capire il trattamento “privilegiato” della giustizia nei confronti dei Riformisti.

Ricordo il caso di un socialista che era stato arrestato nel 1993 per tangenti di anni precedenti. Egli mi informò di avere dichiarato al Pm che i rimborsi-spese della campagna elettorale erano stati divisi con la locale direzione del partito comunista. Il mio cliente, durante l’ora d’aria, fu avvicinato da una persona che gli chiese di ritirare quelle dichiarazioni in cambio di un atteggiamento favorevole dell’inquirente. Così fece e il giorno successivo venne scarcerato.

Molti imprenditori indagati da Mani pulite, uscivano dalle indagini e dai processi se facevano il nome di Craxi o di esponenti del PSI. Che vi fosse il “tiro al piccione” nei confronti dei craxiani era noto anche alle pietre.

Il ritorno dei cattolici in politica

Il giudizio più impietoso su Craxi lo diedero (e lo danno) i moralisti d’area cattolica, sulla base del principio che “certe cose sono immorali”. Alcuni di questi cattolici riciclati in nuove sigle,si sono riuniti in questi giorni per fondare un “gruppo” mirato a rigenerare l’attuale PD al cui interno “non si discute più di politica”. Sono questi gli eredi del principale partito percettore di finanziamenti irregolari della Prima Repubblica.

La più grossa tangente spartita tra i partiti, versata nel 1991, era stata quella emersa nel processo Enimont. Oltre a Craxi furono condannati esponenti, faccendieri e cassieri di tutte le formazioni politiche: Altissimo (PLI), Forlani e Citaristi (DC), Giorgio La Malfa (PRI) e un certo Bossi della Lega Nord.

Ne restarono fuori solo i missini e i comunisti, questi ultimi grazie a Greganti, l’eroe delle feste dell’Unità, che aveva tenuto la “bocca chiusa” e dichiarato che la tangente se l’era tenuta per sé.

Bisogna fare un minimo di ricerche per apprendere che quelle tangenti non sarebbero state possibili senza l’apporto determinante dello IOR, che aveva riciclato e “ripulito” i versamenti effettuati da Gardini con titoli di Stato, trattenendosi “provvigioni” da capogiro.

Del resto, lo IOR era stato protagonista del crac del Banco Ambrosiano, assieme a Roberto Calvi, Michele Sindona, Licio Gelli e Mons. Paul Marcinkus. La Banca Vaticana aveva finanziato negli anni ottanta organizzazioni politiche ed entità bancarie volte a contrastare i Contras nicaraguensi e finanziare il sindacato polacco “Solidarność”.

Ricordo tutto questo per rilevare che perfino le organizzazioni religiose utilizzavano fondi neri per finanziare le loro attività, tramite prelati e società finanziarie dedite al “riciclaggio”.

Marx scrisse che la Chiesa anglicana avrebbe più volentieri perdonato un attacco contro 38 dei suoi 39 articoli che non contro 1/39 del suo reddito. Del resto, il Concordato tra Vaticano e Stato Italiano, firmato da Craxi del 1984, aveva avuto come contropartita “l’otto per mille”.

I problemi terreni della Chiesa sono infiniti: spaziano dal mantenimento dei sacerdoti, dei seminari, alle missioni e gli Istituti di carità.

Allo stesso modo delle Chiese, i partiti utilizzavano fondi neri per i propri “problemi terreni”: mantenere i giornali d’area, finanziare i movimenti di liberazione nel mediterraneo e perfino in Sud America, pagare le spese elettorali, gli affitti delle sezioni e il relativo personale.

Nessuno ha mai dato il rendiconto di queste spese, sia che fosse comunista, democristiano o socialista. I contributi elettorali ufficiali coprivano il venti per cento delle spese fisse dei partiti.

I finanziamenti illeciti ci sono stati in tutte le democrazie occidentali di quel periodo. L’affare Elf, scoppiato nel 1994, è considerato “il più grande scandalo politico-finanziario e di appropriazione indebita in una democrazia occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale”, che aveva coinvolto il cancelliere tedesco Kohl.

I giudici chiesero a Kohl di indicare i nominativi delle persone fisiche che avevano pagato il “tangentone” a favore della CDU: il cancelliere si rifiutò dichiarando di aver dato la sua parola d’onore di mantenere la riservatezza. La cosa finì lì, e quel grande statista è rimasto il padre della Patria dei tedeschi moderni.

All’incirca in quegli anni, gli amministratori della Mobil Oil americana chiedevano agli azionisti, in assemblea pubblica, di rinunciare a una parte del dividendo per un fondo spese riservato (il PAC della Mobil).

La Esso Italiana, riceveva dalla Exxon un plafond di tre milioni di dollari per lo speciale budgetdestinato al finanziamento dei sindacati e delle imprese editoriali. Il presidente della Esso, dott. Cazzaniga, fu assolto dal reato di falso in bilancio perché dimostrò di avere effettivamente pagato sindacati e giornali.

L’America non era ancora entrata nel ciclo “etico”dell’economia.

La democrazia americana si è salvata grazie alla possibilità di finanziamenti illimitati alla politica e le campagne elettorali le vincono i partiti che raccolgono più fondi, senza le “pruderie” europee. Trump è stato condannato, avendo utilizzato fondi elettorali per pagare una escort. Nei sondaggi d’opinione, la condanna avrebbe fatto guadagnare al presidente eletto qualche milione di voti perché il popolo americano era stufo dello strapotere dei giudici orientati verso i democratici, strapotere che lo stesso Trump ha dichiarato di voler ridimensionare.

Chiunque può comprendere il provincialismo e la sottomissione della politica alla magistratura di Giuseppe Conte, che chiede ad alta voce le dimissioni di chi riceva un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio.

Una circostanza che è sfuggita agli osservatori è che la politica dell’“America First”, avrà come conseguenza l’abbandono della scuola “etico sociale” che consente alle Corti di intervenire d’ufficio nei rapporti d’impresa.

Trump ha rilevato che i cinesi stanno conquistando l’Africa e intere zone geografiche del mondo attraverso tangenti propiziatorie ai potentati locali e che le imprese americane dovrebbe fare lo stesso per mettersi su un piano di parità. Se questa pratica dovesse diffondersi nell’“età dell’oro” americana, la stessa Europa dovrebbe rivedere le sue posizioni etiche in materia di rapporti economici internazionali.

Ormai in tutti i paesi occidentali le elezioni si vincono o si perdono in tre campi specifici: l’immigrazione, l’ordine pubblico, e la politica green. Il patrimonio culturale e politico del centro sinistra sul quale si basa l’attuale governo europeo, è uscito clamorosamente sconfitto su tutti questi fronti.

La popolarità della Meloni è uscita rafforzata a seguito della liberazione della giornalista Cecilia Sala, grazie all’abile triangolazione Iran, Usa, Italia e la consegna dell’iraniano.

Qualcosa di molto più complesso aveva fatto Craxi nella vicenda della nave Achille Lauro, che riguardava 500 persone. I terroristi minacciavano di ammazzare dieci passeggeri al giorno. La trattativa per la liberazione comportò che questi terroristi non fossero perseguiti; Craxi diede la sua parola ma gli americani ne pretesero la consegna.

Il resto è storia: Craxi raggiunse il suo obbiettivo di salvare quelle vite a costo di diventare un nemico degli Usa e di ricevere feroci critiche da altre forze politiche e dai giornali padronali, per la posizione assunta.

Per quale ragione Craxi è diventato l’unico capro espiatorio del sistema dei finanziamenti alla politica? I motivi non riguardano solo il lembo di terra insignificante che è l’Italia o la tipicità di un pugno di magistrati che ha gestito la “transizione”. Si tratta piuttosto di un fenomeno europeo.

Dopo la caduta del muro, chi ha visitato paesi come la Cecoslovacchia, la Polonia o l’Ungheria e abbia domandato perché i burocrati comunisti, che avevano sterminato le precedenti classi dirigenti, continuassero ad abitare nelle ville migliori e a conservare le posizioni di responsabilità, si sarà sentito rispondere che non vi erano uomini nuovi in grado di amministrare quei paesi.

In Romania avevano messo in piedi una falsa rivoluzione che aveva portato alla eliminazione fisica di Ceausescu; tuttavia, i “golpisti” erano i comunisti che avevano mantenute intatte le proprie posizioni di comando.

Gli imprenditori europei e americani volevano la garanzia di investire in nazioni socialmente stabili e la sola strada percorribile era quella di mantenere intatte le vecchie strutture. La stessa cosa è avvenuta in Italia: gli ex comunisti che si erano battuti per decenni contro il capitalismo, si sono riconvertiti al nuovo e sono diventati filo occidentali. L’unico riformista vero, Bettino Craxi, che rappresentava una voce scomoda, doveva essere eliminato.

A distanza di 25 anni dalla scomparsa, è giunto il momento che il popolo italiano riabiliti la figura umana e politica di Bettino Craxi.

Published by
Giorgio Oldoini