I dibattiti politici, quelli statunitensi ma non solo, da tempo sembrano uno spettacolo mal venuto di tentate battute tristi e smorfie mal studiate davvero deprimenti. E l’ultimo dibattito, quello tra Kamala Harris e Donald Trump, è stato perfettamente allineato a questa triste tendenza. Ma com’è andata? Male. Riformuliamo allora: chi è andato “meno peggio”? A sentire gli umori post teatrino sembra aver vinto Kamala Harris.
Capitolo presentazione di Kamala Harris. “Non sono né Biden né Trump – ha detto la vice presidente di Joe Biden – sono la leader di una nuova generazione”. E ancora: “E’ il momento di voltare pagina, il mio piano è una nuova strada per il futuro”.
Capitolo politica estera. Kamala Harris ha accusato Donald Trump di essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong Un che “fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare”. Con il leader nordcoreano “si scriveva lettere d’amore”, ha detto sarcastica la vice presidente. E l’amicizia con il leader del Cremlino è stato uno dei temi di politica estera sul quale la vice presidente ha attaccato più duramente. “Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”, ha incalzato la democratica provocando il tycoon dichiarando che “i leader stranieri gli ridono dietro”.
E ancora: “Sei amico di un dittatore che ti si mangerebbe a colazione”.
Il tycoon ha provato a mettere in difficoltà la sua avversaria sul ritiro dall’Afghanistan, nota dolente dell’amministrazione Biden, ma anche in quel caso Harris si è smarcata rilanciando che fu il tycoon a concludere un accordo disastroso invitando persino i talebani a Camp David, luogo sacro degli Usa.
Capitolo aborto. “Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire ad una donna cosa fare con il suo corpo” ha detto la Harris. Trump ha risposto dicendo che i democratici vogliono consentire l’aborto nel “nono mese” di gravidanza e confondendo la Virginia con la West Virginia.
Capitolo economia, sotto capitolo migranti e finale. La strategia di Harris è stata anche quella di ricordare agli americani che il tycoon è già stato presidente con risultati, a suo parere, disastrosi. “Trump ci ha lasciato la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che lui ha creato”, ha attaccato ricordando le sue politiche fallimentari sul Covid.
Gli ha anche rinfacciato di non poter parlare dei “crimini dei migranti” lui che “è condannato e perseguito” e lo ha ripagato con la sua stessa moneta quando parlando delle folle ai comizi ha detto che da quelli del tycoon se ne vanno “per noia ed esasperazione”.
Da parte sua Trump sua ha sfoderato i classici della sua retorica: da Harris “marxista che ha distrutto il paese con politiche che sono folli” ad Harris anti-Israele che distruggerà il Paese entro due anni dal suo insediamento.
E oltre all’uscita sull’aborto, smentita dai conduttori, ha fatto anche un’altra gaffe ripetendo la falsa teoria cospirativa secondo cui gli immigrati haitiani mangiano i gatti domestici degli americani. Anche qui venendo smentito dal fact checking.
Quando poi gli è stato chiesto della questione della “razza” di Harris non è riuscito a fare del tutto un passo indietro liquidandola con un “non me ne potrebbe fregare di meno. Qualunque cosa voglia essere, per me va bene, decida lei”.
Alla fine Trump ha rivendicato di “non aver mai dibattuto così bene in vita sua” accusando i moderatori di Abc news di essere stati “di parte”. Harris dal canto suo ha chiesto subito un secondo dibattito.