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Il leader curdo Ocalan dal carcere turco: "Il Pkk deve sciogliersi. Io chiedo di abbandonare le armi" (foto Ansa-Blitzquotidiano)
“Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Pkk deve sciogliersi. Io chiedo di abbandonare le armi, mi prendo la responsabilità di questo appello”. Lo ha dichiarato il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, in un messaggio letto durante una conferenza stampa a Istanbul da politici del filo-curdo Dem. Lo hanno incontrato questa mattina nel carcere dove è imprigionato da un quarto di secolo.
L’appello arriva dal carcere di massima sicurezza sull’isola di Imrali, a sud di Istanbul nel Mare di Marmara, dove Ocalan è rinchiuso dal 1999, quando fu arrestato in Kenya dopo avere cercato asilo politico in Europa, tra cui in Italia, senza riuscirci, e ricevette una condanna a morte, poi commutata in ergastolo dopo l’abolizione della pena capitale. Non è la prima volta che il leader chiede al Pkk di abbandonare la lotta armata. L’ultima volta a fine ottobre dell’anno scorso.
Conflitto da 40 anni e con 40mila morti
Dalla lotta armata a quella politica e legale. Il partito filocurdo Dem è la terza forza più rappresentata nel Parlamento turco.
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Tanto più che fu proprio il partito di estrema destra Mhp, alleato dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e con posizioni molto lontane dai curdi, che aveva invitato Ocalan a proclamare lo scioglimento del Pkk e a dichiarare la fine del terrorismo. Un discorso pronunciato in Parlamento, dove alludeva a una possibile fine del suo regime di isolamento.
Un’opportunità definita “storica” dallo stesso Erdogan. Con le sue parole – le ripetiamo, “Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Pkk deve sciogliersi” -, Ocalan sta indicando un possibile nuovo orizzonte per il suo gruppo, da 40 anni impegnato in una sanguinosa guerra contro lo Stato turco che ha provocato la morte di oltre 40mila persone.