Chi spegnerà la Fiamma degli ex missini, poi alleati nazionali, quindi Fratelli d’Italia, ma comunque fedeli a oltranza per quel simbolo neofascista di appartenenza e tradizione? Il ministro Ciriani confida al Foglio che verrà il momento. Non ora, non domani, ma succederà, di sicuro non quando sono gli altri a chiederlo: si spegnerà per consunzione propria, sembra di capire. Ma si sa, coi simboli non si scherza. E l’intervista a Ciriani fa notizia.
“Se vogliamo andare avanti e noi certamente vogliamo guardare avanti, cioè al futuro, allora arriverà anche il momento di spegnere la Fiamma. Arriverà il momento in cui la toglieremo dal simbolo. Magari non sarà presto, ma arriverà, ma per scelta nostra e non certo perché qualcuno ce lo impone”.
“Già adesso – aggiunge – si può dire che la Fiamma appartiene a una storia passata, quella della mia giovinezza, che certamente non rinnego. Oggi tanti giovani di venti o trent’anni non ne conoscono il significato.” Parlando del futuro, l’esponente di Fratelli d’Italia prosegue: “Noi abbiamo un progetto conservatore, già realizzato al Parlamento europeo, che in termini generici significa mettere insieme la tradizione della destra, quella mia, con la tradizione liberale e risorgimentale, con quella cattolica”.
Quanto alla Fiamma missina, Ciriani precisa: “Fa parte della nostra storia e della nostra identità, anche se l’abbiamo già superata, è un fatto acquisito. Con assoluta tranquillità. È un elemento simbolico, e come tanti altri elementi simbolici avrà la sua parabola, ma non sarà mai rinnegata”.
“Senza drammi. E senza fanfare. Non è nemmeno un argomento di urgente dibattito. Accadrà e basta, anche perché solo quelli della mia età possono essere affezionati a quel simbolo superato. Ma per ragioni rispettabilissime e romantiche”.
“La Fiamma – aggiunge ancora – è stata la mia giovinezza, per quel simbolo ci saremmo buttati sul fuoco, ma a un ragazzo di adesso non gliene importa nulla. È giusto così e lo posso capire”.