Quella sul rimpasto di governo “è una discussione che non mi coinvolge e alla quale non partecipo. Mi è stato affidato il compito di guidare da ministro l’istituzione a cui ho dedicato tutta la mia vita, senza che abbia mai chiesto di farlo. E fino a quando mi sarà richiesto mi interessa solo far bene il mio lavoro”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervistato da La Stampa.
Le parole di Piantedosi
Piantedosi ha parlato anche l’assoluzione nel processo per il caso Open Arms del vicepremier, e allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Concorsi in prima linea alla gestione di quell’evento e mi rimase impresso l’atteggiamento equivoco e ostile che ebbe quella Ong nell’occasione. Mi apparve prevalentemente orientato a condizionare la politica del governo dell’epoca sul contrasto all’immigrazione irregolare. Il processo che ne seguì, a causa soprattutto dell’improvvida decisione del Parlamento, ebbe a oggetto la linea politica di un governo e come tale a mio avviso non avrebbe mai dovuto neanche cominciare. L’assoluzione di Salvini ne è la logica conseguenza. La ragione, ancor più della giustizia è come l’araba fenice: prima o poi riemerge”.
Per quanto riguarda la detenzione della giornalista Cecilia Sala in Iran, secondo il titolare del Viminale, “non è il momento di fare congetture né è opportuno farle” perché “la riservatezza è uno degli elementi fondamentali per arrivare al risultato che tutti noi desideriamo: il suo ritorno a casa”.
Piantedosi ha poi commentato anche la partenza a rilento dei centri per i migranti in Albania: “Hanno pesato le prime decisioni di alcuni magistrati che hanno trovato una prima, importante smentita in una recente pronuncia della Cassazione. Noi confidiamo di aver gettato le basi per il superamento di qualsiasi dubbio con il recente intervento normativo sui cosiddetti ‘Paesi sicuri’. E su queste basi contiamo di riprendere al più presto i trasferimenti, che in questi giorni non sono necessari perché sta funzionando molto bene l’azione preventiva di contrasto delle partenze dalla Libia e dalla Tunisia”.