
Il riarmo spacca partiti e governi nazionali, in Italia un elettore su due boccia il piano Von der Leyen (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Si fa presto a dire riarmo. Si fa presto a parlare della necessità che ha l’UE di “difendersi se non vuole morire”. Non ci vuol molto, come dicono i più, a sostenere che il vecchio ordine atlantico è superato e che ora serve una convergenza di interessi europei.
Risultato: la proposta Von der Leyen di stanziare 800 miliardi in quattro anni per aumentare la difesa europea sta spaccando partiti e governi. Basta ricordare come si è votato, mercoledì 12 marzo, al Parlamento europeo.
Un gran pasticcio. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore del riarmo, la Lega di Salvini ha votato come i Cinque Stelle di Conte e i Verdi sinistra di Bonelli e Fratoianni.
Il Pd della Schlein, tanto per cambiare, si è spaccato a metà: 10 voti a favore (con gli immancabili distinguo),11 su sono astenuti. L’Istituto Piepoli ha voluto capire la buriana ed ha fatto un sondaggio sul conflitto ucraino più che mai al centro del dibattito politico e delle dvergenze di opinioni.
Morale: oltre un italiano su due ha bocciato il piano di riarmo. In sintesi: mentre i governi europei discutono il piano “ReArm EU”, l’Italia si mostra spaccata tra chi considera il riarmo una necessità e chi teme possa essere il primo passo verso una deriva militarista.
Tensioni della maggioranza
Lo scontro c’è, l’argomento del contendere un po’ meno. Epperò le acque sono agitate al punto che il tollerante e pacioso Tajani non ha saputo arginare la sua ira di fronte alle intemerate di Salvini.

Tanto trambusto ha una spiegazione: Salvini è vicino al Congresso della Lega, Tajani teme che la linea pacifista del Carroccio finisca con l’erodere consensi agli azzurri. In più c’è una differenza evidente sulla cittadinanza.
La Lega è contraria alla stretta sullo “ius sanguins”. Per Salvini le priorità sono “ospedali, scuole,stipendi e sicurezza degli italiani”. E ha l’obiettivo di presentare a Bruxelles un contro-piano in cui le risorse previste per il riarmo vengono messe per lavoro, sanità e sicurezza.
Tajani invece insiste sull’appoggio alla Ursula. Su temi di questo genere si rischiano le crisi di governo ma è verosimile che si troverà un aggiustamento. Più complicata invece la posizione dei Democratici. La linea di politica estera di Elly Schlein è diversa da quella tradizionale del suo partito, fin dalla nascita del Pd.
Lo scontro nel Vecchio Continente
Il piano di riarmo della UE divide la politica europea, non solo tra i partiti di maggioranza e opposizione, ma anche all’interno dei vari governi nazionali. Dall’Olanda alla Spagna, il riarmo divide gli esecutivi in particolare nei Paesi Bassi tre partiti di governo sono contro il piano UE.
In Spagna sono contrari anche i partiti esterni alla coalizione di governo ma che appoggiano il governo Sanchez. Turbolenze anche nella Repubblica Ceca. nell’Europa centrale ad eccezione di Ungheria e Slovacchia. Una bella confusione.