Destra italiana a pezzi, su Meloni incombe l’ombra del Papeete. Ora che, dopo il voto, l’Europa ha di nuovo il volto del centro sinistra, la triade italiana dovrà finalmente dire agli elettori che cosa davvero “vuol fare da grande”.
Per il momento il governo italiano va avanti in ordine sparso. Si è solidali soltanto quando si depone la scheda nell’urna: cinque minuti più tardi, al ritorno del viaggio di nozze, l’amore finisce e si è assai vicini al divorzio.
Insomma, sono coniugi per la durata di un mattino, poi iniziano le schermaglie, i litigi, i distinguo, le crepe che lasciano la gente che li ha preferiti molto perplessa.
Destra italiana come maionese impazzita
Non andiamo lontano nel passato, osserviamo quel che è successo pochi giorni fa a Strasburgo. Gli alleati (si fa per dire) non hanno avuto un solo punto d’incontro.
Matteo Salvini, tanto per non smentirsi, si è alleato immediatamente con Orban e con i suoi patrioti (pensate, questo sostantivo lo resuscitò proprio Giorgia Meloni).
In povere parole, è nata una nuova destra che ha il carattere dell’estremismo e che, dunque, non può piacere a Giorgia diventata una convinta europeista. Antonio Tajani, l’altro vice premier, è un “popolare a tutto campo” e non arretra di un millimetro.
Soprattutto dopo che ha sentito e letto quanto hanno detto Marina e Pier Silvio Berlusconi. Una marcia verso valori più moderati, insomma più di sinistra?
La secondogenita del Cavaliere si è occupata dei diritti civili, un tema tanto caro all’opposizione. Suo fratello maggiore ha cercato in qualche modo di correggere il tiro: “E’ una materia che non ha colore. Non è né rossa, né nera. Quindi non c’è da meravigliarsi”.
Quando è l’amministratore delegato a prendere la parola, il dubbio si fa più forte. “Forza Italia deve cambiare, deve essere più moderata”, sostiene, gettando nel panico il segretario, il quale ha più volte redarguito la Meloni su alcuni argomenti nei quali non si trovava d’accordo con la premier.
Esempio emblematico: la tassa sui super profitti delle banche che non è mai andata in porto. Perchè? Semplice: Mediolanum è l’istituto di credito vicinissimo ai Berlusconi, quindi…..
Il grande imbarazzo di Tajani
Tajani è in grande imbarazzo, teme di fare un passo falso e non avere più il beneplacito degli eredi che contano del Cavaliere.
Rimane Giorgia Meloni che dopo essere stata a lungo pappa e ciccia con la Von der Layen, le ha votato contro. La ragione? Voleva una poltrona che contasse in Europa, non l’ha ottenuteta almeno per il momento.
Poi, si sono intrufolati pure i Verdi (a favore della presidente) e la premier italiana non ha potuto schierarsi con una forza con cui non ha mai condiviso nulla.
Questa è la situazione attuale: ecco perché i tre partiti che formano la maggioranza in Italia debbono spiegare a chi li vota quali sono i loro progetti per il futuro.
Continuare a dividersi e a fare baruffe -nemmeno sotterranee -oppure riprendere un dialogo costruttivo che non allontani la gente che li ha votati mandandoli a Palazzo Chigi?
Ora i maggiori commentatori del nostro Paese sono convinti che oggi Giorgia sia un’isolata in Europa e non contì più nulla perché gli inciuci di Palazzo hanno sconfessato il voto dei francesi, dei tedeschi e degli stessi italiani.
Dunque, bisogna fare in fretta a cambiare. L’alleanza non deve essere a singhiozzi: un giorno si e due no. Gli elettori fanno presto a virare verso altri lidi. Lo fanno in un amen, Matteo Salvini ne sa qualcosa ricordando il Papete.