Insultare Meloni, sport preferito della Sinistra: grave errore, vi spiego perché - Blitzquotidiano.it (foto Ansa)
Insultare Meloni, sport preferito della Sinistra: grave errore, vi spiego perché. Bisogna davvero congratularsi con alcuni parlamentari italiani per essere politicamente molto corretti specialmente nel linguaggio.
Ad esempio, c’è un’onorevole dei 5Stelle (di cui non vale nemmeno la pena di fare il nome) che rivolgendosi alla premier la chiama “la nana” (sic).
Elly Schlein, è noto: ha preferito definirla “una presidente del coniglio” che ha sempre paura di pronunciarsi e di far capire con chi sta.
Per arrivare al gentilissimo Matteo Renzi che in un talk show di una tv sempre prodiga di complimenti verso Palazzo Chigi definisce la premier “la sora Giorgia della Garbatella”.
E’ forse un peccato essere nati in uno dei più caratteristici quartieri di Roma? Per essere impeccabili dobbiamo avere avuto la fortuna di essere solo dei pariolini?
Chissà oggi che cosa penseranno i “garbatellesi” del leader di Italia Viva, che vanta preferenze del due per cento in Parlamento.
E che peraltro, pur avendo fatto il sindaco di Firenze, è guardato con sussiego dai fiorentini doc perché è nato in campagna, a Rignano sull’Arno, paesone di nemmeno nove mila abitanti alla periferia della città di Dante.
Da uomo coraggioso come sembra, vada un giorno a farsi una passeggiata nelle strade della Garbatella e provi a ripetere quel nobilissimo pensiero ad uno qualunque dei suoi abitanti.
Meglio di no, onorevole: i romani sono quelli di Ennio Flaiano che, nelle prime ventiquattro ore impazziscono per il marziano sceso in terra ed il terzo lo pregano di scansarsi perché “qui abbiamo tutti da fare”.
Quella di Renzi e una storia di successo al contrario: lo ricorda quando, da Palazzo Chigi, aveva raggiunto il quaranta per cento delle preferenze? Eppure, nonostante fosse “un primo uomo”, nessuno degli avversari politici lo avrebbe definito “un pagliaccio toscano” o un “trombone che presto sarebbe finito nel dimenticatoio o quasi.
Vogliamo dire che oggi quello di insultare la prima inquilina di palazzo Chigi è una moda? Tutti vanno alla ricerca di una frase che possa dare molta pubblicità.
Così, c’è chi si chiede perché Giorgia Meloni non si esprima chiaramente su Trump; o, contrariamente, si stupisce perché parli sempre troppo quando appare in tv nei suoi soliloqui; o ancora interviene per sapere oggigiorno con chi sta: con gli Stati Uniti o con l’Europa? Con gli aggressori o gli aggrediti? Insomma, con Donald o con Zelensky?
Non c’è giorno che il ritornello non si ripeta. Eppure sono tre anni, da quanto dura la guerra tra la Russia e l’Ucraina, che Giorgia Meloni abbia chiaramente detto chi preferire. Non a parole, ma con i fatti.
Oggi, vista la delicatissima situazione creatasi dopo quel che è successo alla Casa Bianca, la Meloni non va in cerca di espressioni favorevoli alla sua persona, ma tenta di mediare, di trovare una via d’uscita, dato il feeling che ha avuto ed ha con il presidente degli Stati Uniti. E’ un peccato forse dialogare con il maggiore alleato che l’Italia ha dalla fine della seconda guerra mondiale? Pare di sì per la sinistra che si arrampica sugli specchi pur di innescare una polemica.
Perché la premier non va in Parlamento a mettere al corrente gli abitanti di quei Palazzi delle sue convinzioni? Perché fugge? Perché non si esprime? Oggi, o si è con l’Europa unita o si è dalla parte di quel Paese che vuole rivoluzionare il mondo.
Il silenzio è d’oro in determinati casi: per questo Giorgia non è intervenuta recentemente solo per un applauso di qualche minuto. Poi, alla vigilia di quell’incontro importantissimo che si terrà a Londra nella giornata odierna, si è servita di un telefono ed ha parlato con Trump.
E’ vero: Keir Starmer e Emmanuel Macron sono andati a Washington, ma chi ha avuto il coraggio (è il termine) di parlare dopo con il presidente degli Stati Uniti è stata soltanto lei.
Lo ha chiamato dopo la burrasca e probabilmente qualche risultato lo ha ottenuto. Lei vuole che presto Unione Europea e Stati Uniti si incontrino per trovare la via della pace. Un nuovo accordo che sia equanime e non guardi solo agli interessi della Russia e di Putin. Dopo tre anni di guerra e centinaia di migliaia di morti, anche tra i civili, si deve trovare una via d’uscita.
Chi potrebbe favorirla se non la premier italiana che intelligentemente ha stretto un buon rapporto con Donald? Se così non fosse quale statista europeo avrebbe potuto la possibilità di parlare al telefono con Trump il quale non vorrebbe più dare aiuti a Kiev? Insomma, prima di inveire e di insultare (è il verbo giusto) Giorgia Meloni, sarebbe bene capire sino in fondo chi sono i veri difensori del nostro Paese.