Correva l’anno 2014. Più o meno un altro mondo. Durante la formazione del governo, Beppe Grillo uscì furioso dalla consultazione con il premier incaricato Matteo Renzi: “La maggioranza dei militanti M5s sul blog ha detto ‘andiamo’, me l’hanno chiesto ed è giusto che venissi io. Io non ero d’accordo, perché a me non interessa colloquiare democraticamente con un sistema che io voglio eliminare. Posso dire parolacce o essere violento, ma intellettualmente mi sento a posto. Io voglio cambiarlo questo Paese”. Detto, fatto.
D’altronde lo aveva detto: “Io voglio cambiarlo questo Paese, altrimenti me ne vado”. Dopo dieci anni il Movimento 5 Stelle, in effetti, è stato coerente con le sue origini: addio al limite dei due mandati, sì ad alleanze, sì al Partito Democratico, addio a Beppe Grillo. Voleva andarsene, insomma, e invece lo hanno mandato via.