Correva l’anno 2015. All’epoca il Governo Renzi decise di far pagare il canone Rai direttamente in bolletta. Allora in molti si ribellarono. Tra cui, udite udite, Forza Italia. Sulla pagina Facebook della stessa Forza Italia è ancora possibile ritrovare le parole di Paolo Pagliaro, all’epoca membro dell’ufficio di presidenza del partito:
“Per definizione, il canone è una quota da pagare a fronte di un servizio. L’obbligatorietà del canone Rai, per il solo fatto di esistere, di avere una casa, e ora con la nuova sortita di Renzi, pagare la bolletta dell’Enel, è uno dei lacci più stretti e insopportabili che lo Stato italiano mantiene al collo dei contribuenti per foraggiare quello che ormai è un ricordo lontano di eccellenza culturale con una funzione sociale, ridotto a carrozzone utile solo al clientelismo che ne ha depauperato la qualità (…) Bisogna accendere i riflettori e cominciare a parlare seriamente di privatizzazione perché non si può esigere il pagamento di una tassa per una televisione che ha smesso da troppo tempo di essere a servizio della collettività”.
Sulla stessa linea si schierò anche Renato Brunetta che addirittura nel 2016 lanciò una campagna per l’abolizione del canone.
“Il canone Rai – spiegava Brunetta – è un’imposta espropriativa, dal momento che chiedere 100 euro ogni anno per un televisore, vuol dire che dopo pochi anni di applicazione l’imposta ha totalmente esorbitato il valore del bene tassato. Inoltre, è illegittimo pretenderne il pagamento con una bolletta destinata a coprire il costo di un servizio divisibile. Infine, è sproporzionato imporre l’obbligo di autocertificare, sotto responsabilità penale, di non possedere un televisore; nessuna sanzione penale, infatti, colpisce chi non dichiara fino a cinquantamila euro nell’ambito Irpef”.
Insomma, Forza Italia nel tempo è sempre restata coerente: il canone RAI non va ridotto o abolito. Punto e basta.
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