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Italia in Europa e nel mondo: una ricetta per la pace (foto X) - Blitz Quotidiano
E ora? Crediamo sia giunto il momento di dare un calcio al passato litigioso e di pensare solo ad un progetto comune che dia all’Italia un ruolo importante: quello di creare un’Europa diversa in grado di evitare pericoli a cui non vogliamo nemmeno pensare.
La vigilia di una terza guerra mondiale? Scherziamo? I giovani non sanno quello che si patisce quando vincono le armi.
Chi è vecchio quanto chi scrive non crede a quel che sta accadendo, a quell’incontro (o scontro) che ha avuto come palcoscenico la Casa Bianca. Tornare indietro, ad un passato che aveva spaccato il mondo?
No a una nuova Yalta

Ad una nuova Yalta in cui i grandi leader decisero come spartirsi la torta? No: ecco perché ogni paese dell’Unione Europea dovrà da oggi voltare pagina e pensare diversamente da come ha fatto sino ad oggi.
L’Italia in primo piano, per quel che ci riguarda. Adesso, le forze politiche che ci rappresentano in Parlamento non possono perdere altro tempo: in baruffe che non hanno senso, addirittura incomprensibili. E’ giunto il momento che Giorgia Meloni, Elly Schlein e il loro seguito si rendano conto di quanto stiamo rischiando.
In Italia si smetta di urlare
Urlare ancora per portare acqua solo al proprio orto? Assolutamente no. Oggi l’obiettivo deve essere un altro: quello di dimostrare che l’Italia è un paese che può essere determinante se si vuole raggiungere la pace e quindi la tranquillità di decine di milioni di persone.
Per questo è il ritornello che deve mutare, deve avere un altro refrain, Oggi, qualsiasi nuova iniziativa viene stroncata sul nascere, si dice no ancor prima di conoscere bene il progetto che si vuol presentare.
Ad esempio: si cerca di calmierare il caro bollette dell’energia elettrica? Per carità, quei tre miliardi che il governo è riuscito a raccapezzare sono soltanto spiccioli. I 5Stelle sono i primi a ironizzare, forse non pensano a quei trecento mila euro che ogni anno “regalavano” a Grillo per evitare che continuasse a rompere le scatole.
Si parla della riforma della magistratura? Nemmeno a parlarne. Sono addirittura i giudici con tanto di coccarda tricolore sulle toghe a entrare in sciopero. Ancor prima di un meeting che Giorgia Meloni avrà il 5 marzo con il presidente dell’ANM Cesare Parodi.
È il principio ad essere sbagliato e che non porterà da nessuna parte. Dialogare è indispensabile se si vuole che l’Italia abbia un ruolo nel difficilissimo periodo nel quale stiamo vivendo. Il nostro Paese punto di diamante nel vecchio continente?
Sì, mutando registro. Abbiamo il vantaggio di avere un esecutivo stabile, uno dei pochi in Europa, se non l’unico. Molti leader esteri osservano con invidia i progressi e le iniziative italiane. Se è così, perché non trarre vantaggio da questa situazione?
Il rischio è che abbiamo mandato in Parlamento con il nostro voto uomini e donne che non si rendono conto di quanto sia vicino il precipitarsi della situazione.
Ecco perché è necessario che tutti, proprio tutti rinuncino a qualche loro iniziativa ideologica per andare alla ricerca di un bene comune.
Se si arrivasse uniti al summit europeo con le carte in regola (non quelle che vorrebbe distribuire Trump), forse si potrebbe creare un fronte unito del vecchio continente in grado di avere un peso notevole nei confronti delle altre Nazioni.
Non è impossibile tagliare questo traguardo, basta volerlo da destra, da sinistra ed anche dal centro. Mai come in questo momento l’antico richiamo “L’unione fa la forza” è di aiuto per non precipitare in un grande fossato da cui non si uscirebbe tanto facilmente.
C’è chi in Europa vuole a tutti i costi creare un corposo esercito di soldati pronti a difendere la libertà dell’Ucraina. Macron è il protagonista assoluto di un simile sforzo. Forse, signor presidente della Francia, non sarebbe meglio rincorrere la pace invece che prepararsi alla guerra? Probabilmente, ha ragione Giorgia Meloni quando invoca una immediata riunione fra gli Stati Uniti e l’Europa. Ma senza perdere tempo in inutili chiacchiere.