Quattro dei sedici migranti spediti con la nave Libra della Marina Militare Italiana in Albania sono già in viaggio, di nuovo, verso l’Italia. E se vi sembra una barzelletta, è perché lo è. Ma andiamo con ordine.
Ieri, la nave Libra della Marina Militare Italiana, tra le fanfare e le urla di gioia della destra, è partita per l’Albania con i primi sedici migranti: 10 bengalesi e 6 egiziani, destinati al nuovo centro allestito a Shengjin. Inutile dire che resta un mistero come siano stati selezionati questi poveri disgraziati. Il tutto, va sottolineato, è avvenuto mentre a Lampedusa ne sbarcavano altri mille. E già questo contribuiva a rendere la situazione ridicola.
Nelle ultime ore, però, una nuova notizia ha reso il tutto ancora più ridicolo: quattro dei sedici migranti dovranno tornare indietro. Insomma, dietrofront. Durante dei controlli, infatti, è emerso che quattro di loro non rientrano nei criteri previsti dall’accordo tra Italia e Albania e, di conseguenza, dovranno essere riportati in Italia. Si tratta di due adulti egiziani in cattive condizioni di salute e di due sedicenni provenienti dal Bangladesh. Questi quattro, cioè il 25% del totale dei migranti trasportato, secondo quanto riportato dalle agenzie, sono già in viaggio verso l’Italia a bordo di una motovedetta. Sorge spontanea la domanda: ma non potevano controllare e verificare prima chi avevano a bordo?
Una barzelletta. E anche piuttosto costosa. Secondo alcuni calcoli, infatti, il trasporto dei sedici migranti è costato tra i 250.000 e i 290.000 euro, circa 18mila euro a migrante. Ma che divertente, questa nuova tratta tra Italia e Albania. Su e giù per il Mediterraneo con una bella nave militare. Tanto, chissà chi pagherà.
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