La direttrice del Dis Elisabetta Belloni si dimette a partire dal 15 gennaio prossimo, quattro mesi prima della scadenza naturale del suo mandato che sarebbe avvenuta a maggio. La direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ossia dell’intelligence italiana, era stata nominata nel maggio 2021 dall’allora premier Mario Draghi ed era riuscita a mantenere fino ad ora un rapporto saldo anche con la Meloni.
La scelta di dimettersi è avvenuta proprio nel momento in cui sono in corso le difficili trattative per riportare a casa Cecilia Sala, la giornalista romana arrestata in Iran. La notizia delle sue dimissioni è stata diffusa ieri, lunedì 6 gennaio, pur essendo stata comunicata alla premier lo scorso 23 dicembre con una lettera. Per il Governo si tratta ora di un nodo da sciogliere al più presto, per non lasciare scoperto un ruolo così importante.
Perché si è dimessa Elisabetta Belloni
Le dimissioni della direttrice dei Servizi sono nate da una scelta personale, non legata all’assunzione di altri incarichi, ha fatto trapelare l’ambasciatrice. Si parla però di un possibile ruolo nel gabinetto della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Al di là del futuro ruolo della Belloni, i giornali raccontano i retroscena legati alle sue dimissioni e parlano di contrasti sul caso Cecilia Sala. Secondo La Stampa, Belloni ha infatti idee molto differenti rispetto alla trattativa in corso con l’Iran, dato che è contraria all’idea di indispettire gli alleati americani. Avrebbe voluto quindi cercare contropartite con l’Iran invece di insistere subito con lo scambio con Abedini, il cittadino svizzero-iraniano arrestato a Malpensa su mandato degli Usa.
Sempre sul caso della giornalista arrestata, c’è poi un altro aspetto che ha fatto indispettire la Belloni: come racconta il Corriere della Sera, la direttrice è stata tenuta lontana dal dossier. Il caso Sala è stato infatti gestito fin da subito direttamente da Palazzo Chigi e dall’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna.
La telefonata con Giorgia Meloni
Subito dopo la diffusione della notizia delle sue dimissioni, c’è stata una telefonata molto tesa con Giorgia Meloni, in cui la premier ha accusato la Belloni di aver dato la notizia ai giornali. Per Belloni invece la notizia del suo addio non è arrivata da lei ma dal Governo. Nella telefonata, la premier avrebbe accusato la Belloni di slealtà, sostenendo che lo scorso 23 dicembre si era raggiunto un accordo per un percorso diverso sulla diffusione della notizia del suo addio.
La direttrice del Dis, ai giornali, oggi racconta: “Non ne potevo più. Perché trascinare le cose così non era giusto e non aveva senso”. E rivolge delle accuse precise al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che viene descritto come “un uomo ossessionato dal controllo” e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che viene descritto come “un ministro politicamente debole”.
Le varie indiscrezioni dei giornali svelano poi che alla Belloni sarebbe stato offerto un ruolo come ministro degli Affari Esteri con delega al Pnrr, dopo il trasloco a Bruxelles di Fitto. Non se n’è fatto però nulla a causa della forte opposizione del ministro degli Esteri Tajani che evidentemente temeva di essere offuscato da una figura così ingombrante.
Sempre legati alle dimissioni della Belloni, ci sono stati infine altri due episodi chiave. Uno è il G20 di Rio de Janeiro. Qui la Belloni è stata vista in evidente difficoltà durante tutto il viaggio, con l’entourage della premier che sembrava vivere con fastidio la sua presenza. L’altro episodio è legato al viaggio compiuto il 4 gennaio, negli Stati Uniti, dalla premier. La direttrice non è stata invitata ad accompagnare la premier ai colloqui tenuti con Trump in cui si è parlato, tra le altre cose, anche del caso Cecilia Sala.