Il presidente del Comitato militare della Nato ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (Foto Ansa)
Intervistato dal Messaggero, il presidente del Comitato militare della Nato ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone dice che “la storia ci dice che la guerra è un pessimo affare per tutti e proseguirla è un azzardo pericoloso. Non dobbiamo dimenticare che anche la Russia sta pagando un prezzo altissimo”.
“A livello politico – prosegue – la necessità di stabilire nuove ‘alleanze strategiche’ con l’Iran, la Corea del Nord e la stessa Cina comporta rinunce molto gravose. Credo che le autorità russe siano consapevoli di questa realtà e del fatto che dovranno fare i conti con un dopoguerra non facile”. Frattura nella Nato? “Non vedo assolutamente il rischio”, risponde, ma se a Kiev non sarà permesso entrarvi, quali garanzie potrà avere? “La prima garanzia continueranno a essere le Forze Armate ucraine. Kiev continuerà a ricevere da più paesi contributori un sostegno importante” per “ricostruire quanto logorato dalla guerra per sviluppare la necessaria deterrenza contro una potenziale nuova aggressione. Le garanzie politiche saranno definite da un giusto accordo di pace che, per essere anche valido e duraturo, dovrà offrire garanzie per tutte le parti coinvolte”.
Il piano per una missione di interposizione internazionale in Ucraina è “possibile e utile ma a condizioni molto precise – dice l’ufficiale – Innanzitutto, un cessate il fuoco chiaro e rispettato da entrambe le parti. Poi, un mandato forte, preferibilmente sotto egida Onu. Infine, una forza credibile, multinazionale e possibilmente non solo di forze europee, con una presenza significativa lungo tutto il confine russo-ucraino”. Ha senso, gli viene chiesto, l’esercito comune europeo? “Come per la Nato, non è corretto parlare di un ‘esercito europeo’, ma di forze che vengono messe a disposizione di un’organizzazione da parte degli stati membri, per specifiche attività e periodi di tempo limitati. Quindi più che di esercito comune europeo, io parlerei di missioni ed operazioni europee che devono avere come comune denominatore delle forze interoperabili e intercambiabili”.