Politica

La politica come una canzone: verso un centro di gravità permanente (dopo avere ucciso la Dc)

C’è una irrefrenabile corsa politica verso il centro. Lo vogliono tutti: bianchi, rossi, neri, verdi, arancioni e azzurri. Pare quasi che non ci sia altro problema oggigiorno. Ogni parlamentare italiano si alza il mattino e cerca di trovare una via d’uscita che possa far trionfare il moderatismo.

Strano il nostro Paese: prima, in un paio di mesi o poco più, manda al macero la Democrazia Cristiana (che ha vissuto per anni di centro). Poi, dopo anni, si convince e ritiene che questa è la strada migliore per salvare il Paese. Via gli estremismi o presunti tali: non servono, fanno solo del male e così via.

La politica slitta verso il centro

E’ una tendenza che nessuno può nascondere se facciano un’analisi del presente. Partiamo dal partito di maggioranza relativa: i Fratelli d’Italia. E’ vero che Giorgia Meloni  sia riuscita a portare i suoi fedelissimi dal quattro per cento fino all’attuale ventinove se non trenta per cento.

Non c’è dubbio: seguendo l’indirizzo di una destra, più moderna, però, al passo con i tempi. La stessa premier in questi due anni passati a Palazzo Chigi ha saputo smussare gli angoli degli ultras, avvicinarsi di più all’Europa e ai suoi più convinti difensori. Ha incontrato i big del vecchio continente, ha attraversato l’Oceano, è arrivata fino in Cina, cioè al mondo che nessuno avrebbe pensato potesse toccare.

Perfino lo jus scholae nel radar della destra

Uno dei suoi alleati nell’esecutivo si è addirittura pronunciato a favore dello ius scholae, considerato una bestemmia fino a qualche tempo fa. Ora si temporeggia, ma è prevedibile che qualcosa cambierà per il diritto di cittadinanza. Ne è sicuro Antonio Tajani, leader di Forza Italia.

Il più intransigente della triade è sempre Matteo Salvini che non ne vuol sapere di moderare la politica del governo, anzi spingendosi ancora più in là e mettendo certe volte in difficoltà il presidente del consiglio. Ma da vecchia (non di età) frequentatrice del Palazzo e sudando le proverbiali sette camicie, Giorgia Meloni sa di poter tranquillizzare Matteo Salvini.

La politica come una canzone: verso un centro di gravità permanente (dopo avere ucciso la Dc) (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Poi, si arriva al Pd della Schlein ed ai suoi frenatori. Questi nostalgici (absit iniuria verbis) sono attenti e guardinghi e non passa giorno che non frenino la segretaria da spingersi verso lidi (per loro) disastrosi. Poi, c’è la vera e propria folla che spinge verso il centro. Passata l’ubriacatura del periodo renziano, si sta venendo a più miti consigli tanto è vero che l’iniziativa del campo largo non ha molte possibilità di raggiungere il traguardo voluto soprattutto da Elly.

A far trionfare di nuovo il centro ci hanno provato con forza Carlo Calenda e lo stesso Matteo Renzi, ma i due erano talmente troppo presi di sé che l’idea non ha nemmeno cominciato a camminare. Nessuno voleva essere il secondo: troppi galli a cantare ed ecco il flop. Però l’impossibile accoppiata ci sta riprovando adesso. Matteo Renzi, dimenticando anche le vecchie diatribe con i 5 Stelle e il poco feeling con altri parlamentari.

Carlo Calenda perché si è accorto che questa potrebbe essere l’ultima grande occasione per ottenere una poltrona che conta. Allora, campo largo o stretto, l’importante è tornarci nel giro. A Montecitorio e a Palazzo Madama, il femminismo è ancora assai lontano dal maschilismo. E’ certo, comunque, che sono le donne oggi a dirigere l’orchestra. Giorgia Meloni e Elly Schlein potranno essere avversarie a tutto tondo, ma con grande rispetto e stima l’una dell’altra.

E poi, il vuoto se si esamina l’attuale assetto del Palazzo. Le gentili signore non occupano posti di potere e allora anche loro mirano al centro per farsi notare e raggiungere quel traguardo che l’allegra comitiva degli uomini non ha raggiunto. Due sono le più caparbie che si stanno battendo per arrivare al centrismo prima degli altri: Mara Carfagna, ex berlusconiana di ferro, e Maria Elena Boschi che, guarda caso, è una pupilla di Renzi, forse il più convinto centrista del momento. Per se stesso o per che cos’altro?

In ogni caso, l’obiettivo è sempre uno solo. Lasciare da soli gli estremisti e correre verso il moderatismo. A volte tornare indietro vuol dire fare un passo avanti.

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Bruno Tucci