
La politica estera di Meloni rialza l’Italia e i suoi Fratelli - Blitzquotidiano.it (foto Ansa)
Con un certo ritardo, ma finalmente tutti si sono accorti di quanto valga la politica estera in un proscenio nazionale. Non ne tenevano conto le forze che dominano in Italia, in tutt’altre faccende affaccendate.
Molto meglio puntare i piedi su problemi che non riguardavano l’Europa: quelli venivano dopo. Invece era importante battere l’avversario pure su quisquiglie, perché questi inutili scontri portavano voti il giorno in cui l’Italia sarebbe andata di nuovo alle urne.
Preme sottolinearla questa convinzione perché quando Giorgia Meloni divenne Presidente del Consiglio badò all’inizio a confrontarsi con gli altri Paesi europei per far conoscere la nostra flebile voce che nessuno o quasi prendeva in considerazione. “Se ne va all’estero, perché vuole fuggire dalla realtà italiana che non sa come affrontare”, sostenevano i suoi nemici.
La verità è che la premier ha avuto ragione. Servendosi del suo inglese perfetto e della conoscenza di altre lingue come lo spagnolo, spesso ha impartito lezioni ai suoi colleghi assai più noti di lei. In breve tempo, molti hanno riconosciuto la preparazione e le idee che difendeva.
Un salto di qualità nella politica internazionale

Più semplicemente, il nostro Paese ha fatto nelle relazioni internazionali un salto di qualità che in pochi si aspettavano. Ora, l’Italia viene rispettata non solo in Europa, ma anche oltre Oceano: negli Stati Uniti, ad esempio, prima con Biden, oggi con Trump.
Adesso la si accusa di essere troppo vicina ad un Donald Trump che sta rivoluzionando il mondo. Ma forse è un peccato essere alleati ed avere buoni rapporti con una potenza democratica che è contro le dittature e le autocrazie?
La politica interna dove la mettiamo? Non c’è giorno che l’opposizione non si inventi un quid per colpirla e per dimostrare che la Meloni sta mettendo l’Italia nei guai. Fugge, non affronta i problemi, si chiude dentro un mutismo perché non sa che dire.
Strano se poi vai a consultare i sondaggi e le preferenze del partito che rappresenta. Oltre al suo successo personale. Tutto questo mentre a sinistra si litiga un giorno si e un altro pure. Sabato c’è a Roma una manifestazione pro Europa che non mette d’accordo le varie anime dell’opposizione. Elly Schlein l’approva e ci andrà; Calenda che in un primo momento aveva detto di si, ora non ne vuol sapere.
Conte non ci sta
Giuseppe Conte, per carità! Lui ne ha organizzato un’altra il 15 aprile in una piazza diversa come per rimarcare il suo dissenso. Anche l’avvocato del popolo ha cambiato idea dopo aver riflettuto: perché dare un punto di vantaggio alla segretaria quando è lui a voler essere il solo interlocutore che deve parlare ai “nemici”? Al contrario sarà presente Maurizio Landini con la Cgil al completo. Con quali bandiere?
Naturalmente, questi evidenti dissidi che dilaniano specialmente il Pd giovano alla maggioranza a cui l’Unione Europea ha riconosciuto un certo successo perché ora i migranti clandestini potranno essere trasferiti in centri fuori dai confini. In parole semplici, vuol dire che il progetto albanese (tanto criticato con sorrisi e ironia) non sarà da buttar via.
Esiste comunque chi riconosce alla Schlein di aver riportato in auge i dem. Sull’Unità di oggi campeggia in prima pagina un titolo che suona così: “Elly ha dato un volto nuovo al Pd: lavorista, pacifista, per l’accoglienza”. Chissà che cosa ne penseranno i vari Prodi e Franceschini quando sfoglieranno il quotidiano fondato da Antonio Gramsci?
Comunque, la guerra al governo continua senza sosta. La paura che il nostro Paese sia sottomesso al trumpismo è il motivo dominante delle polemiche. Si va sempre alla ricerca del pelo nell’uovo per attaccare l’esecutivo. Ora, pure l’iniziativa del ministro Giorgetti che per il riarmo va in cerca di miliardi dei privati viene bollata come impossibile e cervellotica. Ci si chiede: come vogliamo che sia la nuova Europa: silenziosa e inutile, come è oggi; oppure che cambi finalmente strada per essere riconosciuta quale è realmente?