La revanche pugliese dietro il diktat di Conte al Pd, Schlein subisce tapina

In questa “lotta continua” che ogni giorno divide sempre più il Pd dai 5Stelle c’è un particolare che potrebbe sembrare insignificante, ma non lo è affatto. Il presidente dei grillini è un pugliese, nato in un piccolissimo paese della provincia di Foggia, Vulturara Appula, che conta meno di 400 abitanti. Siamo nel mezzo dei Monti Dauni (un tempo passaggio dei pastori) che oggi cerca di rilanciarsi turisticamente. Le origini non si dimenticano mai e quando si diventa qualcuno si vuole ostentare il ruolo che si occupa nella società. Certo, nessuno poteva pensare che l’avvocato del popolo potesse diventare presidente del consiglio, un grande onore per le anime che ci abitano. Come è giusto che sia, Conte è orgoglioso di essere pugliese ed è arrivato il momento che potrebbe dimostrare con i fatti quanto sia importante il suo ruolo in Parlamento e fuori.

A Bari, la giunta è in crisi, uno tsunami è piombato improvvisamente in tutta la provincia e oltre. Lo scandalo parla di valigette piene di soldi, di appalti in cambio di tangenti, di assunzioni per amici e di voti comprati. Per carità, l’indagine è appena cominciata e non si sa in che modo andrà a finire. Obbligatorio essere garantisti fino alla Cassazione. Ma in attesa, il vulnus non ha perso tempo ed ha messo in ginocchio una buona parte di quel mondo politico.

Ora si sta correndo ai ripari, qualcuno cerca in tutti i modi di ricucire lo strappo che c’è stato fra i due maggiori partiti dell’opposizione. Nonostante questo tentativo, le liti fra Elly Schlein e Giuseppe Conte non si placano. “Elly- sostiene Giuseppi – si liberi dei cacicchi e degli alleati che la pensano allo stesso modo. Deve far pulizia nel Pd, altrimenti sarà il partito a metterla all’angolo”. La segretaria replica: “No, il presidente non si rende conto che così fa il gioco della destra che strumentalizza gli odiosi avvenimenti pugliesi”.

Si farà la pace? Probabilmente, solo se Conte sarà accontentato. Qual è il prezzo? Come in Sardegna e in Abruzzo vorrà essere lui ad indicare il nome di colui che l’alleanza stabilirà. D’altronde in Sardegna il campo largo ha vinto perché sono stati i 5Stelle a scegliere la candidata diventata poi governatore. Non è tutto: ecco la ragione per la quale (dicevamo) l’avvocato del popolo sta giocando tutte le sue carte. Foggiano di nascita (sia pure in provincia) vorrebbe stravincere a Bari e nella sua regione.

Gli obiettivi sono due: il comune e la regione. Non è poco, però si rende conto che questo è il momento di stendere l’avversario. “Volete ricreare il campo largo? Bene, soltanto alle mie condizioni. Il che significa che vorrebbe indicare il nome del sindaco e quello del governatore. Forse in via del Nazareno, nell’individuare le mosse dell’amico-avversario si stropicceranno gli occhi e cadranno dalle nuvole. Attenzione, una caduta da quell’altezza può far male, sempre meno di lasciare alla destra non solo la Basilicata, ma anche Bari, da svariati anni in mano al Pd e ai suoi alleati. E salendo su per li rami il Piemonte e le altre regioni che voteranno a giugno nello stesso
giorno delle europee.

Naturalmente, nessuno si azzarda ufficialmente a dire una sola parola su una simile mossa. Si sa che in politica gli sgambetti si fanno quando l’arbitro non ti vede o fa finta di niente. Conte dribbla le tante accuse che gli piovono addosso dopo la rinuncia alle primarie, va avanti per la sua strada e infila il dito nella piaga del Pd forse più di quello che stanno facendo gli esponenti della maggioranza. Dove si andrà a finire? Impossibile fare previsioni perché la politica è l’arte del compromesso. Dinanzi ad un simile scempio, la gente si interroga e sfoglia la margherita: andremo a votare o resteremo a casa?

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Bruno Tucci