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La sinistra abbandona le forze dell’ordine alla destra: ingiusto e sbagliato, non è ancora Salis la leader

Governo Meloni 2 anni dopo: è tempo di bilanci, di notizie positive e negative, di attacchi e di difese. C’è chi è a favore e chi contro. E’ il gioco della democrazia. Giorgia Meloni è felice di come sono andati i 24 mesi del suo governo; la sinistra un po’ meno. Elenca tutti i “disastri” (addirittura) dell’esecutivo di centro destra. La guerra non ha fine tra maggioranza e opposizione. Come potrebbero andar d’accordo due forze che sono in completa antitesi fra di loro?

Forze dell’ordine criticate da un organismo insignificante

Tutto si può comprendere in politica, però non si può tacere, all’unanimità, quando un insignificante Consiglio d’Europa (che ha pochissima voce in capitolo) sferra un duro attacco contro le forze dell’ordine italiane, ritenute razziste (sic).

La premier s’indigna, Mattarella punta il dito contro questi denigratori, la maggioranza è compatta, quasi non crede ai propri occhi. Purtroppo da sinistra le voci sono fioche, un sussurro e basta, come se non si volessero difendere uomini e donne che ogni giorno rischiano la vita. Elly Schlein è titubante, si occupa del bilancio fatto da Giorgia nei primi due anni del suo governo. “C’è poco da festeggiare”, dice. “Interroghiamo gli italiani”.

La sinistra abbandona le forze dell’ordine alla destra: ingiusto e sbagliato, non è ancora Salis la leader (foto ANSA) – Blitz quotidiano

I sondaggi sono per Meloni

Ebbene, ha ragione, è il popolo che deve rispondere a questo interrogativo. Con i sondaggi che continuano ad essere favorevoli a Giorgia e con i giudizi positivi che il centro destra incassa dagli italiani. Fitch, un’agenzia di rating, servendosi delle cifre, ritiene che in Italia, “la situazione è molto migliorata”. In pochi giorni sono stati comprati 200 miliardi in Btp: tutto ciò significa che c’è ottimismo e fiducia nel nostro bel Paese.

E’, dunque, assolutamente incomprensibile lo spregiudicato attacco che viene fatto alle forze dell’ordine da un consiglio d’Europa che con l’Europa non ha niente a che fare. “Sono razzisti”, accusano. Quando mai! E’ razzismo quando ci si difende durante le manifestazioni di popolo che con la democrazia non hanno niente in comune? Ed è razzismo quando gli agenti o i carabinieri debbono difendersi da sassaiole, bombe carte o addirittura segnali stradali divelti e lanciati con violenza contro chi deve difendere lo Stato? Ed è razzismo impedire che questi facinorosi si avvicinino pericolosamente a quegli edifici o a quelle piazze dove maggioranza (ed anche opposizione) stanno lavorando per il futuro dell’Italia

Che cosa dovrebbero fare le nostre forze dell’ordine? Rivolgersi a questa teppa (che certamente non ha nulla a che fare con chi manifesta pacificamente) e invitarla a proseguire per favorire la loro violenza? Sono interrogativi che hanno un’unica risposta se si vuol bene al Paese. Ma purtroppo oggigiorno in politica ci si dimentica dei princìpi cardine della democrazia.

A volte, per amore di una ideologia incomprensibile, certe forze arrivano a denunciare politici italiani, come se fossero individui da far scomparire in un amen. E’successo giorni fa, non nei giorni del secolo scorso. Allora, bello o brutto che sia il secondo compleanno del governo, l’opposizione non può superare certi limiti. Questo non vuol dire che non bisogna criticare quando si deve criticare, ma con le dovute regole imposte dalla democrazia. Si vuole impedire che la Meloni voglia mandare avanti il premierato? Bene, nulla in contrario che ci si opponga. Così è per il salario minimo, l’autonomia differenziata, la scuola, la sanità.

Di contro se queste critiche hanno validità è compito della maggioranza studiare, verificare e poi cambiare indirizzo. Ugualmente, per la riforma della giustizia, il problema dei migranti e delle altre pecche che affliggono l’Italia. Al contrario, quando si attaccano le forze dell’ordine che giorno e notte lavorano per difendere i nostri confini, allora si deve replicare senza peli sulla lingua e non permettere a nessuno di fare certe affermazioni.

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Bruno Tucci