Politica

La sottosegretaria Savino: “Non guadagniamo troppo, spendo fino a 400 euro solo per venire a Roma”

Intervistata da Repubblica, la sottosegretaria al ministero dell’Economia Sandra Savino dice che il problema non sono i politici che guadagnano tanto, ma tutti gli altri che guadagnano poco: “Sì, per amor di Dio, ma non è il parlamentare a prendere troppo, sono altri che prendono troppo poco. Anche io mi sento in imbarazzo pensando al primario di cardiologia che prende 3.500 euro. In questo caso alzo le mani. Però sinceramente vedo anche tanti commenti, su Facebook…”. E ancora: “La politica è un percorso che ognuno può fare. Non è che io sono stata prelevata o estratta a sorte. Io ho iniziato da ragazza, ho fatto le scuole dell’obbligo, il comune, la regione, fino alle politiche. Mi sono presa le preferenze. Ho iniziato al Comune nel 2006”.

Le parole di Sandra Savino

Parlando con Lorenzo De Cicco, la sottosegretaria poi ammette di non sapere chi abbia voluto l’emendamento finito nella bufera e ritirato dal governo: “Noi del Mef siamo gli ultimi a saperlo. Ho anche chiesto…”. Mentre sui rimborsi per le spese di viaggio dice che ha senso: “Fino ad ora infatti i voli me li sono pagati di tasca mia, essendo non eletta, anche solo per andare da lavoro a casa, a Trieste. Spesso per non spendere tanto, prenoto i viaggi con largo anticipo, con i carnet. Ma può succedere che prendo un biglietto a 150 euro, poi per un contrattempo devo fermarmi e partire con un giorno di ritardo… quindi devo rifare il biglietto, che avevo già pagato. Prenotando all’ultimo poi a volte devo spendere 400 euro. E non è che vado in giro per svago, è la tratta lavoro-casa”.

L’equiparazione degli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli degli eletti invece “forse non aveva molto senso, perché i due stipendi differiscono solo per le spese accessorie. Per esempio quelle dei rimborsi per il cosiddetto portaborse. E io ho già lo staff al ministero, composto dai tecnici e da un esterno. Certo, un piccolo problema legato alla diaria resta, perché io ho l’obbligo di presenza a Roma di 15 giorni, per riceverla. E se in quei 15 giorni il ministro mi manda da qualche parte o ho un impegno in un altro luogo?”. Succede che “non mi danno niente. Sono tremila euro al mese. Quando ero parlamentare e mi assentavo un giorno, invece, mi tagliavano solo un giorno di diaria. Ora mi portano via tutto”.

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Gianluca Pace