Ospite nel salotto di DiMartedì, il segretario della CGIL Maurizio Landini ha risposto alle parole di Giorgia Meloni sul palco di Atreju (“Landini è costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli. Gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori, li fa per aiutare la sinistra. Ma chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori”).
“Io non ci sono in parlamento. Io faccio il sindacalista. Io ho chiesto di alzare gli stipendi e di combattere l’evasione fiscale, è lei che non lo fa. Ai dipendenti pubblici ha dato il 6% contro il 17% dell’inflazione. Aumenta la precarietà e i nostri giovani se ne vanno. Sulla sanità continuano ad aumentare le liste di attesa e le persone devono pagare per curarsi. Come vede, io non scendo al suo livello. Lei deve rispondere ai problemi”.
La rivolta sociale, lo direbbe di nuovo? chiede Giovanni Floris. “Sì, quando c’è un livello di disuguaglianze come stiamo vivendo, la gente non può voltarsi dall’altra parte. Deve rivoltarsi per cambiare questa situazione”.
E ancora: “Questa operazione di creare nemici, anche nel sindacato, è il modo di non parlare dei problemi che non sono capace di risolvere. È il momento di cambiare il nostro sistema sociale. Altrimenti non c’è futuro in questo Paese”.
I prezzi sono scesi col patto anti inflazione? “Gli unici prezzi che sono calati sono quelli della bouvette di Montecitorio. Nella vita normale delle persone i prezzi sono aumentati. E l’inflazione sul carrello della spesa continua ad andare avanti. Ormai non si sa neanche più cos’è il ceto medio”.