Le associazioni di settore della canapa industriale – Imprenditori Canapa Italia, Canapa Sativa Italia, Sardinia Cannabis, Resilienza Italia Onlus, Federcanapa e Canapa delle Marche – si uniscono per lanciare un appello urgente a tutti i cittadini e alle istituzioni italiane. “Salviamo la canapa industriale, un settore strategico per il nostro Paese”.
L’appello degli industriali
“La situazione attuale Il Governo ha proposto un emendamento al Ddl Sicurezza che vieta tutte le lavorazioni sulle infiorescenze di canapa industriale, prive di qualsivoglia efficacia drogante. Questo emendamento, se approvato, avrà conseguenze devastanti per migliaia di imprenditori, agricoltori e lavoratori del settore, mettendo a rischio la sopravvivenza di un comparto che ha dimostrato di essere non solo sostenibile, ma anche capace di generare occupazione e sviluppo economico in molte aree del nostro paese”, scrivono le associazioni.
Che quindi chiedono: “Ritirare immediatamente l’emendamento che vieta le lavorazioni sulle infiorescenze di canapa industriale; Avviare un dialogo costruttivo con le associazioni di settore per sviluppare una regolamentazione equilibrata e sostenibile per la filiera della canapa industriale”, scrivono le associazioni lanciando una petizione: “invitiamo tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a firmare la petizione su Change.org”.
Perde la casa col crollo del Ponte Morandi, con il risarcimento apre un cannabis shop
E quanto sta accadendo non ha soltanto ripercussioni su una filiera industriale che occupa 11mila persone. C’è anche chi ha aperto un negozio di cannabis light che ora sarà costretto a chiuderlo. E’ il caso del genovese Mauro Vannuccini di 39 anni, che ha perso casa a causa del crollo del Ponte Morandi. Mauro non si era buttato giù e con i soldi del risarcimento ha deciso di aprire un negozio di derivati dalla canapa, Canapaki, a Sampierdarena. Adesso, però, teme di essere costretto a ricominciare tutto da zero. Ancora una volta.