
Le big tech americane, Facebook & C. devono pagare le tasse, Gasparri: ora pagano in Europa solo l'1% - blitzquotidiano.it (Foto Ansa)
Le big tech americane, Meta/Facebook, Google, Amazon devono pagare le tasse perché ora non le pagano. Non per rappresaglia sui dazi. Bezos e company pagano in Europa l’1% di tasse.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e unico sostenitore dei giornali in Italia, torna su un tema chiave dello sua azione politica.
“Non si tratta di colpire le big tech per rappresaglia ai dazi. E’ un argomento assurdo e sbagliato. Le big tech devono pagare le tasse perché ora non le pagano. Bezos e company pagano in Europa l’1% di tasse. E’ una vergogna che denunciamo da tempo.
“Le tasse le devono pagare non per rappresaglia sui dazi, ma perché è assurdo che un qualsiasi commerciante o un qualsiasi lavoratore debba versare tra il 20 e il 40% di tasse e Bezos, Zuckerberg e company pressoché zero in Europa.
“Devono pagare non per i dazi, ma perché sono dei pirati fiscali, con un’Europa esitante nell’applicare un normale principio di equità. Per cui i due argomenti sono assolutamente separati. Se poi l’Europa restasse in ginocchio davanti ai giganti della rete dimostrerebbe la sua debolezza”.
Facebook, Amazon e le big tech USA non pagano le tasse

Sui dazi, Gasparri ha preso posizione in più occasioni.
“È una buona cosa che si sospenda la guerra dei dazi. Speriamo che nessuno abbia speculato sui mercati perché se qualcuno mette i dazi e poi li leva può darsi che qualcun altro che sappia queste notizie compri nel momento del ribasso e poi realizzi un ingiusto profitto quando le quotazioni, inevitabilmente, risalgono.
“C’è da mettere un faro anche sulle possibili speculazioni perché chi ha delle notizie o addirittura può determinarle, ha un vantaggio che non può utilizzare in maniera impropria.
“I dazi sono un errore gigantesco di Trump, che è stato costretto a sospenderli perché travolto dalla protesta di imprenditori e di risparmiatori americani”.
“Non so come finirà questa storia dei dazi. Sono giorni che definisco Trump, con tutto il rispetto che merita un Presidente degli Stati Uniti, Willy il Coyote. Voleva fare danni a Beep Beep ed i massi gli sono caduti tutti in testa.
“La sospensione dei dazi è una prima resa dopo una scelta irresponsabile, devastante, che sta creando caos in tutte le economie mondiali, compresa quella americana. La rinuncia definitiva ai dazi farebbe ripartire le borse, i mercati, i fondi il risparmio, tutto. Trump ha sbagliato. Dovrebbe chiedere scusa al pianeta”.
“La scelta dei dazi è sbagliata e demenziale. Accompagnarla con un linguaggio assurdo è segno di scarso autocontrollo.
“Durante la lunga fase elettorale americana ricordo l’equilibrio dei commenti del ministro degli esteri Antonio Tajani, che è anche segretario del nostro movimento Forza Italia – Ppe.
“Tajani affermava che l’Italia è amica e alleata degli USA a prescindere da chi sia il Presidente. Nessun cedimento propagandistico e, tra le righe, cautela di fronte a certe roboanti affermazioni.
First America ma non scendiletto
“Del resto noi siamo Forza Italia, rispettiamo chi dice ‘First America’, ma non siamo la succursale italiana di partiti esteri. Lo dico in primo luogo alle sinistre, che devono prendere atto del fatto che il governo di oggi affronta a schiena dritta e con parole chiare gli errori di Trump, mentre quando a palazzo Chigi c’era Conte e alla Farnesina Di Maio il servilismo era la regola di vita.
“Al punto che Trump ringraziava ‘Giuseppi’, che metteva a tappetino per gli USA perfino i servizi segreti. Dopo aver fatto da valletti al cinese chiamato, per ignoranza, ‘Ping’.
Forza Italia è in campo per difendere imprese e prodotti italiai dai gravi errori di Trump. Che sta rovinando anche l’America. Il suo nuovo slogan è “Last America”, che con lui rischia di diventare ultima con mercati e risparmi in caduta libera. Trump come Willy il Coyote si illudeva di prendere Beep Beep e invece prendeva massi in testa per incapacità”.