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Le linee guida dell’educazione civica del ministro Valditara: patria, impresa, cultura del dovere 

“La novità principale è che s’introduce una visione che è strettamente in linea con i valori costituzionali. E anche con quei valori che sono spesso dimenticati. Penso all’importanza di educare i giovani alla consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale, che ha una storia e valori, a iniziare da quelli scritti nella Costituzione e che la stessa Carta definisce Patria“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, parlando in un’intervista al Messaggero delle linee guida della nuova educazione civica che arriverà nelle scuole da settembre.

Le linee guida della nuova educazione civica: patria e impresa, cultura del dovere

In programma “33 ore all’anno di educazione civica trasversali alle varie discipline”. Per esempio “l’idea del rispetto come valore fondamentale può essere valorizzata sia nelle ore di storia, sia in quelle di letteratura o di altre discipline”. La materia prevederà anche i voti. Sul fenomeno del bullismo “se il bullo aggredisce un insegnante o molesta un compagno di classe, questi atteggiamenti non sono colpa della società ma c’è una responsabilità individuale”. Nelle linee guida, inoltre, “rinneghiamo il mito della decrescita felice, sottolineando l’importanza della crescita economica per promuovere benessere per tutti e prosciugare le sacche di povertà che ancora esistono nel nostro Paese. Questo ovviamente nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”. E ancora: “Ci proponiamo di abituare i giovani alla cultura del lavoro, altro valore costituzionale. Occorre inoltre trasmettere l’idea che l’impresa e la proprietà privata sono fattori positivi di sviluppo, come recita ancora una volta la nostra Carta”. Valditara, intervistato dal Qn, spiega poi che nelle linee guida la legalità ha un ruolo “prioritario. In passato, però, si faceva riferimento solo alla criminalità politica o alla lotta alla Mafia. Noi sottolineiamo con forza il valore della lotta alla Mafia, ma allarghiamo il concetto di legalità fino alla criminalità diffusa che tocca direttamente i cittadini, soprattutto quelli più fragili e indifesi. Educare alla legalità a 360 gradi”.

Valditara parla anche della cultura del dovere legato al rispetto delle regole, della promozione della salute attraverso l’alimentazione corretta e lo sport contrastando le dipendenze da droghe, alcol e gaming (il giocare ai videogiochi che per molti giovani diventa compulsivo ndr). Una riga è dedicata anche agli stranieri: “Si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri”. E un’altra alle donne: “Si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna”.

Tra i punti c’è anche la conferma al divieto dei cellulari in classe, sin dalla Materna. Il testo sostituirà le linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha inviato il documento al Consiglio superiore della Pubblica istruzione (Cspi) per il prescritto parere non vincolante.

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara
Le linee guida dell’educazione civica del ministro Valditara: patria, impresa, cultura del dovere (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Pro vita plaude alle nuove linee guida: “Ora stop a progetti gender e carriera alias”

Le linee guida trovano l’approvazione di Pro Vita Famiglia, l’associazione cattolica che vede come fumo negli occhi ogni progetto a favore dei gender all’interno delle scuole. Tra i punti giudicati positivamente c’è il contrasto all’uso di droghe e la lotta alle dipendenze tecnologiche, oltre al rispetto delle donne e al rafforzamento del primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica. Pro Vita Famiglia chiede però di contrastare ogni concezione ideologica nelle scuole, sostenendo da tempo la necessità di opporsi ai progetti gender e LGBTQIA+. L’organizzazione critica la “Carriera Alias”, considerandola pericolosa e ideologica, poiché potrebbe instillare nei giovani l’idea di poter “nascere nel corpo sbagliato” e quindi intraprendere percorsi di transizione di genere.

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