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Politica

Le promesse di Donald Trump: deportazioni, dazi, armi libere e meno tasse. Ecco il nuovo sogno americano

E quindi gli statunitensi hanno scelto Donald Trump. Deportazioni, meno migranti, anche regolari, dazi, meno tasse, meno spesa pubblica, meno impegno in giro per il mondo, meno statalismo, meno rapporto con l’Europa, meno guerra all’Ucraina, più armi, più aiuti a Israele: questo è quel che vogliono quelli che si considerano e che vengono considerati i cittadini della democrazia modello dell’universo. Questa la fotografia dell’opinione pubblica statunitense.

Le varie promesse di Trump

Le promesse di Donald Trump: deportazioni, dazi, armi libere e meno tasse. Ecco il nuovo sogno americano (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Trump lo ha sempre detto: quando sarò presidente organizzerò delle vere e proprie deportazioni di massa dei migranti irregolari. Sarà la più grande deportazione di massa di migranti irregolari, ha promesso Trump che ha anche ribattezzato l’operazione come “Aurora”.

Non solo. Trump ha anche promesso che “chiederà la pena di morte per i migranti illegali che uccideranno un americano o un agente di polizia”. Per Trump d’altronde i migranti, che “hanno il gene dell’assassino” e che vanno in giro per le città a mangiare animali domestici, in questi anni stanno proprio “avvelenando il sangue americano”. Qualsiasi cosa voglia dire “avvelenare il sangue americano” visto che gli statunitensi, per definizione, sono una popolazione fatta e composta da migranti.

Sulle armi libere in giro per il Paese poi neanche a dirlo: sono un diritto americano e nessuno può toccarle. Anzi. Definendosi “il miglior amico che i proprietari di armi abbiano mai avuto alla Casa Bianca”, Trump ha promesso alle lobby delle armi che con lui presidente “nessuno toccherà con un dito le vostre armi, così come è successo per i quattro anni in cui sono stato il vostro presidente”.

Sulla politica estera il tycoon, come ama chiamarlo la stampa, ha promesso che risolverà la questione ucraina in poche ore, grazie alla sua amicizia con Vladimir Putin. Vedremo. Su Israele pochi dubbi. Trump lo ha detto chiaro e tondo: Bibi finisci il lavoro.

Sulla politica economica The Donald la fa semplice: dazi, meno tasse, meno Stato, meno servizi pubblici e, soprattutto, dazi. Insomma: dazi a tutti. Una volta ha detto: “La parola più bella del mondo non è amore, ma tariffe”. Dazi quindi alla Cina. E dazi anche all’Europa. In questo modo, dice, giura e promette Trump l’inflazione si abbasserà e gli stipendi aumenteranno. Vedremo anche qui.

E l’Europa? Chissenefrega, è la teoria del repubblicano. Finora, dice, i Paesi europei ci hanno sfruttato. È ora che inizino a pagare di più per la spesa militare e che inizino a difendersi un po’ da soli. In bocca al lupo. Anzi, in bocca all’orso probabilmente.

Ma le bugie? Gli scandali? Gli scandali sessuali? Le amicizie controverse? Le minacce? Le disuguaglianze economiche? La povertà? La sanità? Le instabilità del mondo? I problemi con la giustizia? Ma chissenefrega, hanno detto gli statunitensi.

Deportazioni, dazi, meno tasse, meno Stato e armi libere per tutti. Ecco il loro nuovo sogno. Ecco il nuovo sogno americano.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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