Non ci saranno nuove tasse. Lo ha detto Giorgia Meloni e lo continua a ripetere ogni giorno, ogni ora, il governo tutto. In questa manovra e nei prossimi anni, insomma, agli italiani non verranno chiesti nuovi sacrifici.
Ma l’aumento di solo 3 euro al mese – 10 centesimi al giorno – delle pensioni minime non è forse una nuova tassa? Un nuovo sacrificio? Possiamo giocare sulle parole e sui numeri quanto vogliamo, ma gli italiani i sacrifici li fanno da anni. E da anni combattono con nuove tasse. Nuove tasse che piovono da tutti i governi, compreso quello attuale. L’inflazione galoppante di questi anni, in fondo, non è stata una patrimoniale continua soprattutto sui redditi più bassi? Come, per esempio, i pensionati che prendono la minima? Aumentare le pensioni di 10 centesimi cosa è, quindi, se non una nuova tassa o un nuovo sacrificio?
Parliamo poi della sanità. Se sulla sanità, in rapporto al PIL, siamo più o meno sempre lì con i soldi, non è una nuova tassa? Se si chiudono gli ospedali, i pronto soccorso, se i medici sono meno e il servizio nel suo complesso è del tutto scadente. Beh, tutto questo, non è una tassa giornaliera? Un sacrificio?
Si dirà: ma tutto questo sta avvenendo da anni. Esatto, proprio per questo in molti avevano votato Giorgia Meloni. Giorgia Meloni che in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe più o meno ribaltato il tavolo. Come sulle accise. In campagna elettorale, infatti, si andava alle pompe di benzina e ci si indignava delle accise. Accise che una volta al governo, Meloni Giorgia diceva di voler tagliare o progressivamente abolire. Ma una volta al governo Meloni Giorgia, guardate un po’, le accise sul diesel le ha aumentate. E questo aumento delle accise sul diesel cos’è?
Non colpire i grandi profitti – come per esempio quelli della banche – per reinvestire i soldi per le fasce più deboli poi come lo vogliamo chiamare? Non è un nuovo sacrificio chiesto a chi guadagna meno? Perché quel che si è fatto, da quel che si è capito, è stato quello di accontentarsi di una sorta di anticipo fiscale da parte della banche. Anticipo. Non nuove tasse. Ecco, per loro, le nuove tasse non sono state introdotte.
Vogliamo parlare della scuola? Il taglio ai ministeri in manovra, denunciano i sindacati, ricadrà sul personale in vari settori. Come quello della scuola. Una scuola che già, è bene ricordarlo, da anni casca a pezzi. Letteralmente. Avere pochi docenti e poco personale, anche in futuro, forse non sarà una nuova tassa per i genitori e per gli studenti?
Aprire un centro migranti in Albania, in Albania!, e usare una nave militare per traportarcene sedici, poi diventati dodici, non è una nuova tassa?
Continuare a progettare un ponte sullo Stretto mentre l’Italia tutta sta franando su se stessa a causa della crisi climatica non è forse una tassa che si moltiplica ogni anno? Vogliamo provare a spiegare a chi vive in Emilia che no, in realtà, va tutto bene?
Ma insomma, con gli esempi, si potrebbe continuare all’infinito. Purtroppo, infatti, l’architettura sociale dell’Italia da anni sta collassando nell’abisso. Possiamo fare tutti i giri di parole dell’universo, possiamo rispolverare tutti i libri possibili di retorica ma la realtà, che lo vogliamo o no, sempre lì sarà. E purtroppo i numeri parlano chiaro: le famiglie non fanno figli. E i pochi giovani che ci sono, scappano. O forse siamo tutti in preda ad un’allucinazione collettiva?
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