Politica

Le voci dal palazzo, Fontana: “Chiederemo di non andare a votare al referendum”. Emiliano: “Occasione unica, ma quorum difficile”. Sindacato Usb: “Caos colpa di Salvini”

Cosa si dice oggi nel palazzo della politica italiana? A tenere banco sono due argomenti: la decisione della Consulta di ammettere il referendum sull’Autonomia differenziata (ora l’ultima parola spetta alla Corte Costituzionale), lo sciopero dei trasporti indetto dai sindacati di base.

Secondo Luca Zaia “l’Italia ha paura delle riforme”. E il referendum sull’Autonomia, sempre secondo il governatore del Veneto, spaccherà il paese. Per Emiliano invece, “il referendum è un’occasione imperdibile”. Ma raggiungere il quorum sarà “molto difficile”. Di diverso avviso il governatore della Lombardia Attilio Fontana che dice che “probabilmente si inviterà a non andare a votare”.

Per quanto riguarda invece il tema dello sciopero, Sasha Colautti, componente dell’esecutivo nazionale confederale del sindacato Usb, spiega che “con ritardi continui, cancellazioni, disagi, il caos c’è già ogni giorno per colpa di un ministro che non fa nulla e però ogni volta usa la precettazione come una frusta, questo va detto ai cittadini”. Salvini si chiede invece perché tra le ragioni dello sciopero ci sia anche la pace nel mondo.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Dobbiamo guardare in faccia la realtà: questo è un Paese che ha paura delle riforme (…). Il referendum è un istituto democratico. Se dovesse essere approvato anche dalla Corte Costituzionale decideremo che cosa fare. Ma credo che siano i promotori del referendum che dovrebbero preoccuparsi di più (…). Il dato sociale, prima ancora che politico è che il referendum spacca l’Italia. Ci saranno comunque vincitori e vinti. Il divario e le diffidenze aumenteranno. La questione diventerà una ferita insanabile tra i pro e i contro, che giustificheranno il degrado simmetricamente, sia che la consultazione passi o non passi. No, non mi pare lo strumento più responsabile per unire il Paese”. (Luca Zaia, Corriere della Sera).

“Il referendum è un’occasione imperdibile. Raggiungere il quorum di un referendum abrogativo è molto difficile, direi quasi impossibile in Italia. Però secondo me vale la pena comunque provarci, perché in questo modo avremo la possibilità di spiegare agli italiani una cosa complicata che è appunto l’articolo 116, comma 3 della Costituzione, sul quale la Corte costituzionale ha scritto una sentenza di più di 100 pagine. Una sentenza bellissima che smonta ogni prospettiva di secessione. La sentenza della Consulta è una pietra miliare che rimane ferma e che comunque non potrebbe essere minata o superata dalla sfida sul quorum”. (Michele Emiliano, Corriere della Sera)

“Valuteremo, probabilmente si chiederà di non andare a votare” al referendum contro l’autonomia, “mi sembra la cosa migliore perché fare dei distinguo può essere un po’ complicato. Io credo che non si debba andare a votare e che si debba andare avanti in questa strada che è stata tracciata dalla sinistra. Una sinistra che si dovrebbe vergognare dopo averla tracciata di affermare adesso che è illegittima. È una cosa vergognosa. Questa è la dimostrazione che per interessi di partito si rinuncia ad ammodernare e rendere più efficiente questo paese. È una vergogna ma noi andremo avanti per la nostra strada perché crediamo che questa riforma non faccia bene sono alla Lombardia e al nord ma a tutto il Paese. Evidentemente c’è qualcuno che ha paura di mettere a confronto le regioni”. (Attilio Fontana, Radio Anch’io, Radio Uno).

“Con ritardi continui, cancellazioni, disagi, il caos c’è già ogni giorno per colpa di un ministro che non fa nulla e però ogni volta usa la precettazione come una frusta, questo va detto ai cittadini(…). Il Tar ha riconosciuto che noi abbiamo rispettato tutti i regolamenti. Lo avevamo detto al ministro che rischiava una figuraccia, è la seconda volta che ci precetta e la seconda volta che viene bocciato dal Tar. Nonostante ciò resta un grande problema: c’è un tentativo continuo di attaccare il diritto di sciopero, è inaccettabile, preoccupante e pericoloso”. (Sasha Colautti, componente dell’esecutivo nazionale confederale del sindacato Usb, Corriere della Sera)

“Nessuno tocca il diritto di sciopero. Oggi tra le motivazioni ci sono questioni salariali ma c’è anche la guerra, la pace nel mondo. Perché uno deve perdere la visita medica prenotata sei mesi fa perché qualcuno legittimamente parla di Gaza o Israele fermando le metropolitane e i treni”. (Matteo Salvini, Radio Uno)

“Penso che non si possa negare che da quando c’è il governo Meloni gli scioperi si sono quadruplicati. Ieri è stato detto l’ultimo dato degli occupati, mai un dato così basso sulla disoccupazione e mai un dato così alto sull’occupazione dal 2017. Ma è normale ridurre lo sciopero davvero a uno strumento politico? I cittadini non lo capiscono e si perde anche lì la funzione legittima e democratica dello sciopero”. (Manlio Messina, Fratelli d’Italia, Coffee Break, La7).

“L’ennesimo weekend di sciopero blocca l’Italia, con gravi problemi per i cittadini che si spostano per lavoro, salute o per viaggio. Nonostante il tentativo del ministro Salvini di ridurre i disagi, dobbiamo constatare che il Paese è in balia dei sindacati e di una sinistra che sfrutta strumenti democratici per il proprio interesse”. (Nino Germanà, Lega Nord, Ansa)

 

 

Published by
Lorenzo Briotti