Mentre oltre la collina si allungano le ombre di un possibile conflitto nucleare, in quel villaggio incantato e fuori dalla realtà che è la politica italiana si parla di canone Rai, ponte sullo Stretto e delle diatribe interne al Movimento 5 Stelle. Sul canone Rai, Maurizio Gasparri è netto: “Siamo contrari”. Alessandro Cattaneo gli fa eco: “Venti euro non cambiano la vita degli italiani”. Arturo Scotto, dall’altra parte della barricata, li attacca: “La destra balla sul Titanic”. E intanto, nell’ancor più incantato villaggio dei 5 Stelle, è guerra. “Stanno pensando di calpestare il cadavere del leone – avverte Danilo Toninelli – ma non hanno capito che il leone è ferito – certamente – ma ha molte altre zampate da dare”. Amen.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Non ha senso abbassare il canone Rai. Il servizio pubblico va rilanciato come la Bbc. E servono risorse. Venti euro in più all’anno per famiglia non cambiano la vita agli italiani”. (Alessandro Cattaneo, Forza Italia, La Repubblica)
“Quella del canone è una partita di giro, perché si danno 430 milioni di soldi pubblici alla Rai facendo risparmiare 1.20 euro al mese al cittadino. Riteniamo che fare questa cosa sia una partita di giro quindi siamo serenamente contrari”. (Maurizio Gasparri, Forza Italia)
“Ormai la destra somiglia sempre di più a una classe dirigente che balla sul Titanic senza rendersi conto di cosa sta per accadere in un Paese dove non si contano più le crisi industriali che si aprono e i posti di lavoro a rischio”. (Arturo Scotto, Partito Democratico)
“Una sintesi sulla recente attività di governo. Litigano sul canone Rai, Fi non lo vuole toccato perché altrimenti Rai aumenta la sua quota di pubblicità a danno di Mediaset. La Lega lo vuole tagliare di 20 euro che poi verranno compensati, come già accaduto l’anno scorso, con 430 milioni attinti dalla fiscalità generale da girare alla Rai in compensazione, quindi colpendo i cittadini che le tasse già le pagano”. (Davide Faraone, Italia Viva)
“Questo Movimento è maturo, ha una grandissima vocazione democratica, è la casa anche di chi ha un’opinione diversa. Il discrimine non è chi è dissenziente, ma fra chi ha un atteggiamento costruttivo e chi distruttivo. Non abbiamo bisogno di distruttori all’interno, che boicottano, come alcuni seguaci di Grillo, che stanno boicottando e invitando al non voto. E’ la contraddizione massima del M5s”. (Giuseppe Conte, Il Rosso e il Nero, Radio Uno)
“Stanno pensando di calpestare il cadavere del leone, ma non hanno capito che il leone è ferito – certamente – ma ha molte altre zampate da dare (…) Hanno esultato sulla cancellazione del fondatore, di Beppe Grillo senza cui nessuno sarebbe stato in quella sala, compreso Conte, né avrebbe messo piede in Parlamento”.”. (Danilo Toninelli, Movimento 5 Stelle)
“Conte si è rubato il Movimento. Grillo se lo riprenderà. Chiedo agli iscritti di non votare. Se chi ha scelto no all’abolizione del ruolo del garante deciderà di astenersi non si raggiungerà il quorum. Lo dicono i numeri” (Alessio Villarosa)
“Ha prevalso la linea di rinnovamento di Conte. Il M5S si è liberato di vecchi vincoli personali e di regole ormai superate. Ha ribadito la necessità delle alleanze programmatiche che, vista la natura attuale di Lega e FdI, presumibilmente riguarderanno innanzitutto il campo progressista”. (Goffredo Bettini, Partito Democratico, Il Corriere della Sera)
“Io ho grande stima per Grillo e resta sempre la riconoscenza nei suoi confronti. Avrei preferito che fosse venuto in assemblea a dire la sua, a dialogare con la sua comunità e a rappresentare un dissenso che esiste e va rispettato. È giusto discutere, poi la maggioranza decide e ora bisogna andare avanti uniti”. (Pasquale Tridico, Movimento 5 Stelle, La Stampa)
“A dicembre ok definitivo al progetto del Ponte di Messina. Ci stiamo lavorando, soprattutto perché, secondo stime della società, creerà 120.000 posti di lavoro, non solo in Sicilia e Calabria ma in tutta Italia”. (Matteo Salvini)
“Salvini sta trasformando la saga del Ponte sullo Stretto in un penoso teatrino. Stamattina è tornato con i 120mila posti di lavoro, dopo che era sceso a 100mila, 40mila e 30mila. Un ministro che spara numeri in base a come si sveglia la mattina”. (Agostino Santillo, Movimento 5 Stelle)