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Politica

Le voci dal palazzo, Landini: “Vogliamo rivoltare il Paese. Salvini faccia il ministro tutto l’anno”. Schlein: “Al fianco dei lavoratori”. Tajani: “Vedo molta politica e poca economia”

Oggi è il giorno dello sciopero generale e, come ovvio, nel palazzaccio della politica non si parla d’altro. “Noi del Partito Democratico siamo e saremo al fianco dei lavoratori” dice Elly Schlein. “Vogliamo scusarci nei confronti degli italiani del disagio provocato da questo governo – gli fa eco Angelo Bonelli -. Sono in corso lavori per costruire un’alternativa alla destra e ci stiamo riuscendo”. Dall’altra parte della barricata, Antonio Tajani: “In questo sciopero c’è molta politica e poca economia”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone (…) Se a uno gli piace esultare per gli insuccessi, faccia pure. Non so di cosa dovrebbe esultare un ministro. Dovrebbe esultare quando i treni funzionano, quando i servizi pubblici funzionano, dovrebbe esultare in questo senso. Quindi Salvini si rendesse conto che lui, il ministro, non lo deve fare solo il giorno in cui viene proclamato lo sciopero generale, dovrebbe farlo anche in tutti gli altri 364 giorni. Cosa che non sta facendo, perché è sotto gli occhi di tutti”. (Maurizio Landini)

“Noi come Partito Democratico siamo e saremo al fianco di lavoratrici e lavoratori, dei loro rappresentanti, per chiedere l’ascolto che è mancato, per chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che questo governo continua a calpestare”. (Elly Schlein)

“Ci possiamo chiedere perché tutti scioperano, tutti si lamentano di questa manovra, eccetto le industrie delle armi e le banche? Ci sarà una ragione… Sono gli unici avvantaggiati, tutti gli altri penalizzati, dal caro vita, dai tagli all’università, alla scuola. Dappertutto è una sofferenza. Questa manovra è nel segno dell’austerity e dei tagli”. (Giuseppe Conte)

“Si può dire, vista l’indifferenza generale e visto il sodalizio tra sindacati e centri sociali ormai alla luce del sole, che a Torino stia andando in scena il primo sciopero antisemita della storia. Un salto nel vuoto che rischia di alimentare una pericolosa escalation di odio”. (Roberto Ravello, Fratelli d’Italia)

“Manifestare è un diritto sacrosanto, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole, con responsabilità e coerenza. Invece, assistiamo all’ennesimo atto di strumentalizzazione da parte di Maurizio Landini, che sembra più interessato a fare politica, attaccando il governo Meloni, che a tutelare realmente i lavoratori italiani”. (Tommaso Foti, Fratelli d’Italia)

“Bisogna che chi ci governa si renda conto che lo sciopero generale non è una giornata di festa. Ma di lotta. I primi a rimetterci sono i lavoratori che perdono una parte di salario. Devono innanzitutto rispettarli e soprattutto dargli delle risposte”. (Arturo Scotto, Partito Democratico)

“Un grande sciopero generale per difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e cambiare una manovra ingiusta, regressiva, che riduce i finanziamenti e i diritti universali, peggiora la vita dei cittadini e non risponde ai problemi del Paese”. (Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi Sinistra)

“Vogliamo scusarci nei confronti degli italiani del disagio provocato da questo governo. Sono in corso lavori per costruire un’alternativa alla destra e ci stiamo riuscendo”. (Angelo Bonelli, Alleanza Verdi Sinistra)

“Dalle piazze d’Italia arriva oggi un avvertimento alla Meloni e al suo esecutivo. Siamo solo all’inizio”. (Peppe De Cristofaro, Alleanza Verdi Sinistra)

“C’è molta politica, mi pare, non molto sindacato, però ripeto, in democrazia i sindacati possono organizzare gli scioperi. E’ legittimo, rispetto delle loro scelte, però siamo anche liberi di dire che c’è molta politica e poca economia”. (Antonio Tajani)

“Dopo il no alla Commissione della Lega, aspetto il comunicato di denuncia della premier Meloni contro le scelte anti-italiane del suo vice Salvini”. (Nicola Zingaretti, Partito Democratico, La Stampa)

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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