
(Foto d'archivio Ansa)
Nel palazzaccio della politica si continua a litigare sul Manifesto di Ventotene. “Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura” dice la premier Giorgia Meloni. “Il dibattito sul fascismo e Ventotene lo lascerei agli storici” taglia corto il leader della Lega, Matteo Salvini.
“La premier ha mistificato e sbeffeggiato il Manifesto di Ventotene – tuona la segretaria dem Elly Schlein – producendo un oltraggio alla memoria europea”. “Provo disgusto – attacca il leader di Italia Viva Matteo Renzi -. Meloni utilizza il dramma di prigionieri del fascismo che sognavano un mondo di pace e giustizia per regolare i conti con le opposizioni. La premier rappresenta la politica della paura, degli incubi, dell’aggressione agli avversari”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto ieri in aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura”. (Giorgia Meloni)
“Il dibattito sul fascismo e Ventotene lo lascerei agli storici, preferisco parlare di ciò che sarà domani, Sicuramente i padri fondatori non pensavano all’Europa che si riarma, hanno creato la comunità europea per evitare nuove guerre non per fomentarle”. (Matteo Salvini)
“Siamo leali al governo ma non rinunceremo a nulla di ciò che riguarda i nostri valori. Sull’Europa non si tratta. Forza Italia è europeista e atlantista”. (Antonio Tajani)
“In Europa il Manifesto di Ventotene è riconosciuto da tutti come testo fondativo della Ue, della sua tensione verso l’integrazione. La premier lo ha mistificato e sbeffeggiato, producendo un oltraggio alla memoria europea. Oltre che di Spinelli, Colorni, Ernesto e Ada Rossi, spediti al confino dai fascisti. L’ho detto in aula e lo ripeto: non permetteremo a Meloni di riscrivere la storia”. (Elly Schlein, La Repubblica)
“Provo disgusto. Meloni utilizza il dramma di prigionieri del fascismo che sognavano un mondo di pace e giustizia per regolare i conti con le opposizioni. La premier rappresenta la politica della paura, degli incubi, dell’aggressione agli avversari”. (Matteo Renzi, Il Corriere della Sera)
“La premier ha solo letto dei passaggi del Manifesto di Ventotene dicendo che quella non è la sua Europa. Non ha commentato né irriso nessuno, ha soltanto illustrato alcuni dei messaggi che noi non condividiamo”. (Lucio Malan, Fratelli d’Italia, Il Corriere della Sera)
“Mi pare che l’attacco mosso da Meloni dimostri come il Manifesto di Ventotene rappresenti ancora una minaccia per i totalitarismi e i nazionalismi di ogni tipo. È temuto dai sovranisti. Ecco perché Meloni e la destra di governo l’hanno messo nel mirino: hanno paura dell’Europa di Ventotene, perché se realizzata sarebbe la fine della loro retorica antieuropea”. (Emma Bonino, La Repubblica)
“Meloni attacca Ventotene perché non sa come dire agli italiani che il suo governo è spaccato”. (Angelo Bonelli)
“La premier per nascondere le difficoltà con la Lega sul tema delle armi ha attaccato strumentalmente il manifesto di Ventotene – quando era lei ad usarlo a sostegno delle sue tesi nel 2016 – e addirittura ha detto di non aver mai scommesso sulla vittoria militare dell’Ucraina sulla Russia, ma ci ricordiamo benissimo tutte le volte che ne ha parlato”. (Chiara Appendino, Movimento 5 Stelle)
“Un altro torturatore libico, su cui pende una denuncia alla Corte Penale internazionale per oltre 500 crimini commessi, accolto a Roma come un pascià e curato presso una struttura sanitaria della Capitale. Meloni deve venire al più presto a riferire in aula ed eviti di mettergli a disposizione aerei di stato per tornare tra gli onori in patria come ha fatto per Almasri”. (Riccardo Magi, +Europa)