(Foto d'archivio Ansa)
Oggi è il giorno del discorso alla Camera della premier Giorgia Meloni. E il presidente del Consiglio ha fatto infuriare le opposizioni attaccando il Manifesto di Ventotene: “Spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa. Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”.
“Giorgia Meloni – tuona il deputato dem Gianni Cuperlo – non è degna di rappresentare la democrazia di un Paese che ha conosciuto la dittatura ventennale del fascismo”. Sulla stessa linea l’ex ministro della Salute Roberto Speranza: “La Meloni chiude il suo intervento in aula con una strumentale ed inaccettabile invettiva contro il Manifesto di Ventotene. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Cosa è questa se non apologia del fascismo?”
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Non penso che la Russia sia una minaccia per il mondo. Per gli italiani la minaccia sono i troppi clandestini che, anche grazie all’inerzia dell’Unione Europea, sono entrati in casa nostra”. (Matteo Salvini)
“L’Europa si suicida e muore con il piano di riarmo proposto da “Ursula Bomber Leyen” da 800 miliardi di euro”. (Nicola Fratoianni)
“Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa. Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. (Giorgia Meloni)
“Grande rispetto per tutti, la mia Europa è quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman”. (Antonio Tajani)
“Giorgia Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso in Aula di nascondere le divisioni del suo governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia. Dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta”. (Elly Schlein, Partito Democatrico)
“La volgarità della replica della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e le frasi che ha pronunciato sul Manifesto di Ventotene, sono una delle pagine più vergognose della storia repubblicana. Giorgia Meloni non è degna di rappresentare la democrazia di un Paese che ha conosciuto la dittatura ventennale del fascismo”. (Gianni Cuperlo, Partito Democratico)
“La Meloni chiude il suo intervento in aula con una strumentale ed inaccettabile invettiva contro il Manifesto di Ventotene. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Cosa è questa se non apologia del fascismo?” (Roberto Speranza, Partito Democratico)
“Una manifestazione ripugnante di arroganza e ignoranza non consentita a un presidente del Consiglio”. (Piero Fassino, Partito Democratico)
“Meloni ha mistificato la realtà, ha ancora una volta strumentalmente e in modo truffaldino utilizzato proprio il manifesto di Ventotene per fare una caricatura, per insultare quegli uomini e quelle donne che hanno perso anche la vita per combattere i nazionalismi e il nazifascismo e per permetterci di vivere in un’Europa libera. Veramente una vergogna, non ha il minimo senso delle istituzioni”. (Debora Serracchiani, Partito Democratico)
“Ventotene per me è la capitale morale dell’Europa. Nel pieno della II Guerra mondiale, mentre il nazismo spargeva il terrore nel mondo, un gruppo di sognatori imprigionati dal regime fascista immaginava gli Stati Uniti d’Europa”. (Matteo Renzi, Italia Viva)
“Abbiamo assistito all’ennesimo show dell’influencer Meloni che, dopo un intervento scialbo privo di contenuti, mette il colpo finale: l’attacco al manifesto di Ventotene che le serve per stare sui giornali e sui siti per non far vedere le divisioni della maggioranza, ma dimentica che non é più alla Garbatella ma al governo”. (Maria Elena Boschi, Italia Viva)
“Ora viene fuori la polemica creata ad arte su Ventotene, eppure, in passato avete detto che i firmatari avevano idee chiare. Voi sfiorate l’irriconoscenza, Meloni è volata a Bruxelles, non vedeva l’ora. Ma se siede al Consiglio europeo è grazie a Spinelli, Rossi… Tutta l’Europa riconosce che quello è stato il progetto fondativo dell’Europa libera e democratica che abbiamo”. (Giuseppe Conte, M5s)
“Che senso ha tutta questa bagarre sul manifesto di Ventotene quando il problema oggi è come tenere a bada Putin, non lo comprendo. Io sono basito, non capisco perché la Meloni abbia deciso di parlare così”. (Carlo Calenda, Azione)
“La destra di governo getta la maschera, dileggiando la memoria dei patrioti – perseguitati dai fascisti- che hanno fatto l’Europa e sono orgoglio del nostro Paese”. (Irene Manzi, Partito Democratico)
“La risoluzione di maggioranza è unitaria perché è vuota, non c’è nulla, è acqua fresca”. (Davide Faraone, Italia Viva)
“La strategia di Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati è evidente: mandarla in vacca per non parlare dei reali problemi”. (Stefano Patuanelli, Movimento 5 Stelle)
“Andrebbe ricordato a coloro che insorgono contro Giorgia Meloni per aver semplicemente letto passaggi inaccettabili del Manifesto di Ventotene ed essersene dissociata, che – per il bene dell’Italia – i Padri Costituenti scelsero la strada della democrazia, del rispetto della volontà popolare e della libertà di espressione”. (Lucio Malan, Fratelli d’Italia)
“Gli opposti sovranismi di Meloni e Salvini impediscono di investire sull’Europa e perché entrambi non riescono a prendere le distanze dalle irresponsabili politiche di Trump, dazi compresi. Abbiamo un governo senza una chiara e autorevole politica estera”. (Stefano Bonaccini, Partito Democratico, Il Messaggero)
“Il riarmo è un’espressione idiota che non spiega quello che sta succedendo. È necessaria una spesa in difesa, ed è dunque importante. Però io ho sempre detto, quando ero premier, che ogni euro speso in difesa deve essere accompagnato contemporaneamente da un euro speso in cultura. Non la penso come Ursula von der Leyen, ma come Mario Draghi o come la pensava il grande Alcide De Gasperi, che voleva una difesa comune europea, perché da soli non si va da nessuna parte”. (Matteo Renzi, 102,5)