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Le voci dal palazzo, Toninelli contro Conte: “Vuole un partito con un capo che decide”. Meloni: “Governo solido”. Fratoianni: “Vogliamo rivoltare il Paese”

Tra ieri e oggi, nel palazzaccio della politica si è continuato e si continua a discutere delle guerre interne al Movimento 5 Stelle e dello sciopero di venerdì. “Giuseppe Conte vuole un partito in cui un capo decide. Questo non è il Movimento 5 Stelle” dice Danilo Toninelli parlanto della Costituente pentastellata. Giuseppe Conte, invece, guarda altrove e indica il dito contro il governo: “Sul piano interno abbiamo un governo che si sta rivelando il governo della restaurazione degli antichi privilegi”. Dai piani alti, invece, Giorgia Meloni difende il suo esecutivo: “In campagna elettorale la sinistra, i grandi giornali dicevano che con il centrodestra al governo l’Italia sarebbe andata in default. Tutte bugie spazzate via dalla realtà e dalla concretezza del nostro lavoro, dalla solidità della nostra determinazione dall’impegno ogni giorno mettiamo in quello che facciamo”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Giuseppe Conte vuole un partito in cui un capo decide. La democrazia diretta degli iscritti non conta più nulla e i politici possono fare una carriera politica a vita. Questo non è il Movimento 5 Stelle”. (Danilo Toninelli, Movimento 5 Stelle, Giù la maschera)

“Le posso dire che a me di Grillo non interessa niente? Discutiamo di temi, di territori, di che significa governare e costruire una nuova classe dirigente. Grillo ricorda quei personaggi dei cartoni che in caso di vittoria saltano e festeggiano mentre se sconfitti urlano al complotto e bucano il pallone”. (Alessandra Todde, Movimento 5 Stelle, Quotidiano Nazionale)

“Non vorrei che il ‘progressismo indipendente’ di cui parla Conte e il M5s diventasse un progressismo ambiguo com’è stato in passato, ai tempi del governo gialloverde”. (Ricardo Magi, +Europa)

“Domani, martedì alle 11.03, collegatevi sul mio Blog, sul mio canale Youtubve e sulla mia pagina Facebook. Ho un delicato messaggio da annunciare”. (Beppe Grillo)

“Quando in campagna elettorale la sinistra, i grandi giornali dicevano che con il centrodestra al governo l’Italia sarebbe andata in default che saremmo stati sommersi dallo spread che avremmo messo a rischio i risparmi degli italiani che non avremmo realizzato il Pnrr che anzi avremmo perso le risorse. Tutte bugie spazzate via dalla realtà e dalla concretezza del nostro lavoro, dalla solidità della nostra determinazione dall’impegno ogni giorno mettiamo in quello che facciamo”. (Giorgia Meloni)

“Landini non tutela i lavoratori ma prepara l’ingresso in Parlamento tra le file della sinistra”. (Matteo Salvini)

“Noi vogliamo rivoltare questo Paese, rivoltarlo. Questa è la rivolta sociale. Quando le persone non sanno come arrivare alla fine del mese e non vedono un futuro per i propri figli, allora c’è bisogno di cambiare”. (Nicola Fratoianni)

“Il punto è il governo cosa risponde ora alle 500.000 persone che sono scese in piazza venerdì. Ci deve essere una risposta. Per quel che ci riguarda bisogna aumentare la spesa sanitaria e bisogna agire sul fisco per andare a prendere le risorse per fare questi investimenti. Stiamo chiedendo al governo in modo esplicito che riconvochi un tavolo sulla legge di bilancio, così come chiediamo agli imprenditori di aprire le trattative sui rinnovi dei contratti”. (Maurizio Landini)

“Diciamo al governo, mettete giù le mani dal diritto di sciopero che è scritto nella Costituzione. Non si può soffocare la voce di milioni di lavoratori”. (Elly Schlein)

“Sul piano interno abbiamo un governo che si sta rivelando il governo della restaurazione degli antichi privilegi”. (Giuseppe Conte)

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