(Foto d'archivio Ansa)
Nel palazzaccio della politica si parla della manifestazione di sabato e del riarmo europeo. “No all’esercito europeo – tuona il deputato della Lega Alberto Bagnai -, no all’invio di soldati italiani in Ucraina, no al taglio della sanità per comprare armi”. Sulla stessa linea il leader della Lega, Matteo Salvini: “Per l’Italia il problema è la frontiera a sud con l’immigrazione clandestina e il terrorismo islamico, quindi piuttosto serve aumentare gli investimenti italiani per rafforzare la nostra sicurezza interna, non riarmi europei o difese comuni. La posizione della Lega è chiara”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani prova a tenere uniti i fili del governo: “Giorgetti ha le sue sacrosante preoccupazioni sui conti pubblici, ma ci sono anche altre priorità di cui tener conto: qui è in gioco la sicurezza nazionale”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“L’Italia è sempre decisa ad aiutare l’Ucraina, ma sul fondo per Kiev da 40 miliardi ci sono ancora molti interrogativi. Giorgetti ha le sue sacrosante preoccupazioni sui conti pubblici, ma ci sono anche altre priorità di cui tener conto: qui è in gioco la sicurezza nazionale”. (Antonio Tajani, La Stampa)
“No all’esercito europeo, no all’invio di soldati italiani in Ucraina, no al taglio della sanità per comprare armi. Se dobbiamo fare altro debito, facciamolo per difendere famiglie e imprese dal caro bollette e tagliare le tasse, costruire ospedali e difendere i confini dai clandestini. Non certo per acquistare 800 miliardi di euro di armi, o spendere altri 40 miliardi di euro in Ucraina. In un momento in cui finalmente la fine del conflitto sembra possibile, grazie all’impegno del presidente Trump, Italia ed Europa devono costruire ponti, non trincee”. (Alberto Bagnai, Lega)
“Per l’Italia il problema è la frontiera a sud con l’immigrazione clandestina e il terrorismo islamico, quindi piuttosto serve aumentare gli investimenti italiani per rafforzare la nostra sicurezza interna, non riarmi europei o difese comuni. La posizione della Lega è chiara”. (Matteo Salvini)
“In un’intervista al quotidiano La Stampa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, invece di spiegare perché il governo sia così lacerato su una questione essenziale come la guerra e la pace in Ucraina – e soprattutto come intenda superare queste divisioni – preferisce svicolare con un grande classico del populismo, l’evergreen ‘e allora il Pd?'” (Sandro Gozi, Renew Europe)
“Riarmare l’Europa non è una bella alternativa ma non è una resa, di fronte a un vicino troppo propenso a mostrare i muscoli”. (Elsa Fornero, La Stampa)
“La magnifica piazza convocata da Michele Serra è una sveglia per tutti”. (Nicola Zingaretti, Partito Democratico, La Repubblica)
“L”uomo solo, anzi la donna sola al comando non è un modello che va bene al Partito Democratico”. (Pina Picierno, Partito Democratico, Il Foglio)
“Bellissima la piazza di Roma dedicata agli Stati Uniti d’Europa. È un grande sogno da sognare insieme, ma anche da costruire oltre la piazza. Emozionarsi in piazza è molto bello ma se poi ti dividi alle urne fai il gioco dei sovranisti. Mettiamo al centro le idee comuni e basta con i veti. Chi mette i veti, aiuta le Meloni, i Salvini, i piccoli Trump de noantri”. (Matteo Renzi)
“Abbiamo attraversato una piazza gremita, in cui le bandiere dell’Europa e quelle della pace non sono mai state in contraddizione. L’Europa, vista con gli occhi dei cittadini che hanno riempito piazza del popolo, è già per la pace e contro il riarmo”. (Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi e Sinistra)
“Massimo rispetto per chi ha organizzato e per chi ci è andato, ma noi non potevamo esserci, non la sentivamo nostra”. (Stefano Patuanelli, Movimento 5 Stelle, La Stampa)
“L’industria bellica, oltre a produrre armi di morte, genera fantastiche armi di distrazione di massa. Consente ai governi di rimuovere le proprie responsabilità e il dovere di offrire al Paese un piano industriale e occupazionale dentro la transizione ecologica e il Green Deal. A Mirafiori non produrremmo bombe, Urso se lo metta in testa”. (Marco Grimaldi, Alleanza Verdi e Sinistra)